Ucraina, Cina nega l’invio di truppe per il mantenimento della pace: “Non siamo parte della crisi”

Il portavoce del ministro degli Esteri, Lin Jian, ha risposto duramente ad una domanda riguardante il possibile invio di truppe di peackeeping a Kiev, ricordando che il suo Paese non ha svolto alcun ruolo all'interno del conflitto

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La Cina sembra non avere dubbi sul suo ruolo nell’eventuale dopoguerra in Ucraina, su cui da settimane le forze Occidentali continuerebbero a discutere, cercando di comprendere quali debbano essere i compiti e i doveri di ciascun attore in gioco. Il portavoce del ministro degli Esteri, Lin Jian, ha risposto duramente ad una domanda riguardante il possibile invio di truppe di peackeeping a Kiev, ricordando che il suo Paese non ha svolto alcun ruolo all’interno del conflitto.

La Cina non ha creato la crisi in Ucraina, né è parte della crisi“, ha spiegato il portavoce, aggiungendo poi che la Nazione è comunque pronta a sostenere “tutti gli sforzi favorevoli a una risoluzione pacifica della crisi“. Pechino, inoltre, guarda con interesse ai dialoghi intavolati da Russia, Stati Uniti ed Europa, anche se al momento separatamente, con la speranza che questi possano portare finalmente ad una pacificazione della Nazione ucraina.

Ci aspettiamo che le parti interessate trovino una soluzione sostenibile e duratura che affronti le preoccupazioni reciproche“, ha infatti dichiarato Lin Jian nel corso del briefing quotidiano con la stampa. Inoltre, il portavoce ha voluto sottolineare che la Cina continuerà a svolgere “un ruolo costruttivo nella risoluzione politica della crisi ucraina e nella realizzazione della pace“.

Per quanto riguarda, invece, lo scontro avvenuto alla Casa Bianca tra il presidente Usa, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha riguardato il mancato accordo sulle terre rare e in generale sulla pace in Ucraina, la portavoce ha sostenuto che la Cina ha preso atto di quanto accaduto e soprattutto delle due posizioni che sono state rivestite dai due leader e dai rapporti che si sono instaurati tra i due.

Il tema delle truppe di peacekeeping in Ucraina

La domanda rivolta alla Cina sulle truppe di peacekeeping tocca un argomento cruciale che è in discussione da settimane. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avanzato l’ipotesi di schiarare truppe europee di interposizione in Ucraina, a seguito del cessate il fuoco. La proposta è stata poi sostenuta dal primo ministro britannico, Keir Starmer, e sarebbe stata sviluppata nell’ottica di considerare l’invio di 30mila uomini.

Una possibilità che avrebbe spaccato l’Europa, che ancora non trova un’unica voce con cui esprimersi sul conflitto. Anche al vertice di Londra, che si è svolto ieri su iniziativa di Starmer, la possibilità dell’invio di soldati Ue sarebbe stata ribadita. La posizione italiana, al momento, sarebbe quella di un cauto scetticismo, espresso anche dalle parole del primo ministro, Giorgia Meloni. “Si sta correndo troppo“, avrebbe infatti dichiarato nel punto stampa a seguito del vertice, in riferimento al piano di pace a cui starebbero lavorando il leader britannico e quello francese.

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