Ucraina, centrale nucleare di Zaporizhzhia quasi in blackout: terza volta in un mese

Il ministero dell'Energia ucraino ha avvertito che ora la stazione è alimentata "da una sola linea di trasmissione" e se anche questa "viene scollegata dall'alimentazione esterna, si verificherà un altro blackout totale, che sarà una minaccia per la sicurezza dalle radiazioni"

Redazione
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Nell’ambito della guerra in Ucraina, la centrale nucleare di Zaporizhzhia
è stata sull’orlo del blackout nella notte, per la terza volta questo mese, a causa dei bombardamenti russi. A renderlo noto il ministero dell’Energia, come riporta Rbc-Ucraina. Intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha immaginato come poter risolvere la situazione dei territori ucraini in un’eventuale tregua, mentre la Russia sta procedendo con l’alleanza con la Corea del Nord. Recentemente c’è stata infatti una visita a sorpresa a Pyongyang del ministro della Difesa russo, Andrei Belousov.

Ucraina, centrale nucleare di Zaporizhzhia quasi in blackout

Nel messaggio del ministero dell’Energia ucraino si legge che questa notte, “a causa dei bombardamenti russi, la centrale di Zaporizhzhia ha perso corrente su una delle due linee di trasmissione elettriche esterne che la collegano al sistema energetico” ucraino. È la terza volta a novembre che l’alimentazione elettrica esterna della centrale, che è necessaria per il suo funzionamento sicuro, è a rischio. Ora la stazione è alimentata “da una sola linea di trasmissione” e la preoccupazione sta nel fatto che se anche questa “viene scollegata dall’alimentazione esterna, si verificherà un altro blackout totale, che sarà una minaccia per la sicurezza dalle radiazioni”.

I responsabili dell’impianto hanno fatto sapere che “la linea di trasmissione ad alta tensione Ferrosplavnaya 1 è stata spenta per salvaguardare la centrale nucleare”. La centrale nucleare riceve elettricità dalla riva destra del Dnepr controllata dall’Ucraina, tramite la linea principale da 750 kilovolt Dneprovskaya e di riserva da 330 kilovolt Ferrosplavnaya-1.

Zelensky e l’ipotesi tregua

Zelensky in un’intervista a Sky News ha aperto a un possibile stop del conflitto immaginando di portare “la parte non occupata dell’Ucraina subito sotto l’ombrello della Nato”, mentre per i territori occupati dai russi dichiara che si potrebbero riprendere con la diplomazia. Il leader ucraino ha anche ribadito la sua volontà di dialogare con il presidente eletto degli Usa Donald Trump e ha precisato di voler lavorare direttamente con lui “perché ci sono voci diverse nelle persone che lo circondano. Ed è per questo che non dobbiamo (permettere) a nessuno di distruggere la nostra comunicazione”.

Corea del Nord-Russia, Kim: “Pieno sostegno a Mosca”

Il leader Kim Jong-un intanto ha ribadito il pieno sostegno alla guerra russa contro l’Ucraina e ha condannato Usa e Occidente per aver permesso a Kiev di utilizzare i missili a lungo raggio per attaccare Mosca, considerando la mossa come un intervento diretto.

Leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un
Leader della Corea del Nord, Kim Jong-Un

Ieri Kim ha incontrato il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, in visita nella capitale nordcoreana, per ribadire i forti legami che intercorrono tra Mosca e Pyongyang. Il colloquio è stato descritto come “amichevole” e all’insegna della “fiducia reciproca”. Secondo l’agenzia statale Kcna, il leader nordcoreano ha definito “esercizio del diritto all’autodifesa per la Russia” quello “di intraprendere azioni risolute per far pagare il prezzo alle forze ostili”.

I due hanno concordato di incrementare la cooperazione militare tra le due nazioni, ma non si sa se abbiano parlato dei 10mila soldati nordcoreani inviati al fronte russo per combattere il conflitto. È noto comunque che Kim ha assicurato che “il governo, l’esercito e il popolo della Corea del Nord sosterranno senza alcuna esitazione la politica della Federazione Russa per difendere la sua sovranità e la sua integrità territoriale dalle mosse egemoniche degli imperialisti”.

I due paesi hanno recentemente rafforzato la cooperazione militare con il Trattato di partenariato strategico globale, ratificato questo mese da entrambe le parti, che era stato firmato a giugno da Kim e dal presidente russo Vladimir Putin. Il trattato prevede principalmente il soccorso e la fornitura di assistenza militare “senza indugio” se una delle due parti dovesse finire sotto attacco.

E si calcola che sul fronte russo Pyongyang abbia già inviato migliaia di soldati, nonostante non abbia ancora mai confermato. Ma Corea del Sud, Usa e Ucraina hanno affermato che i soldati nordcoreani sono già entrati in combattimento nella regione del Kursk. I funzionari sudcoreani temono che la Corea del Nord possa ricevere dalla Russia tecnologia avanzata sulle armi in cambio delle truppe inviate per aiutare Mosca.

Per quanto riguarda la missione del ministro russo Belousov che si trova in Corea del Nord da giovedì, gli esperti hanno parlato della possibilità che la Russia possa chiedere altre armi o nuove truppe per rafforzare le posizioni nella guerra in
vista dell’insediamento a Washington del presidente eletto Donald Trump. E se ieri Belousov ha incontrato il leader Kim, giovedì ha avuto diversi colloqui con l’omologo nordcoreano No Kwang-chol, per discutere del rafforzamento della “cooperazione strategica e tattica” tra i rispettivi eserciti.

Il ministro russo “ha espresso la volontà di espandere ulteriormente la cooperazione reciprocamente vantaggiosa nella complicata situazione internazionale”. La KCNA ha dichiarato che la visita del ministro russo “contribuirà notevolmente a rafforzare le capacità di difesa dei due Paesi e a promuovere la cooperazione amichevole e reciproca e lo sviluppo delle relazioni tra i due eserciti”.

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