I dissapori tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin sembrerebbero essere ormai un lontano ricordo, come dimostrano le trattative di successo che si sono concluse a Gedda, in Arabia Saudita, dove per nove ore le delegazioni di Usa e Ucraina si sono incontrate per discutere del conflitto tra Mosca e Kiev e soprattutto della possibile pace tra i due Paesi.
L’Ucraina ha accettato la proposta americana di una tregua di 30 giorni e Washington in cambio ha promesso che riprenderà subito a invitare aiuti militari e a condividere la sua intelligence, come riferito dal comunicato congiunto rilasciato al termine delle trattative.
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Riattivati in Ucraina gli aiuti Usa
Quello di oggi, quindi, rappresenta il primo vero passo in avanti dopo tre anni di guerra senza pause. Ora, però, l’ultima parola spetta alla Russia di Vladimir Putin, che per il momento mantiene il silenzio, in attesa di ulteriori sviluppi. Solo ieri, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva invitato Donald Trump a “tenere a bada i cavalli“, un modo di dire russo per spingere la controparte a non agire con troppa fretta. Nel giro di 24 ore, però, la situazione sembra cambiata radicalmente ed ora a non volere la pace potrebbe essere proprio Mosca.
Fino a pochi giorni fa, infatti, il presidente Usa accusava Kiev di essere la causa della mancata pace tra i due Paesi. Ora, invece, nel caso in cui la Russia non accettasse l’accordo potrebbe diventare il nuovo capro espiatorio degli Usa. Lo stesso Zelensky ha esultato a conclusione delle trattative, sostenendo che ora “gli Stati Uniti capiscono le nostre argomentazioni“. Un cambio di prospettiva radicale e velocissimo, che dimostra ancora una volta l’influenza americana sul conflitto e soprattutto sulle difese dell’Ucraina.
A pochi giorni dallo stop Usa agli aiuti diretti e indiretti a Kiev, che hanno provocato un inasprirsi del conflitto da parte della Russia e centinaia di morti tra le fila dell’esercito ucraino, il colonnello Pavlo Palisa, vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha riferito che l’assistenza alla sicurezza da parte degli Stati Uniti all’Ucraina è già stata ripristinata.
In cambio del ritorno a regime degli aiuti, Kiev avrebbe dichiarato di essere pronta a “concludere il prima possibile un accordo completo per lo sviluppo delle risorse minerarie critiche“, riuscendo però a far inserire nel comunicato che “i partner europei saranno coinvolti nel processo di pace“.
La posizione della Russia sulla tregua con l’Ucraina
Chiarita quindi la posizione dell’Ucraina, resta da comprendere in che modo ha intenzione di comportarsi la Russia. “Spero sia d’accordo con il piano“, ha dichiarato Trump in riferimento a Putin, aggiungendo poi di essere pronto a sentirlo entro la fine di questa settimana. Nel frattempo, partiranno nuovi contatti tra funzionari russi e americani, oltre all’incontro già annunciato tra il presidente russo e l’inviato speciale Steve Witkoff. “La palla ora è in mano ai russi“, ha poi dichiarato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, mentre dal Cremlino nel corso della giornata sono giunti aggiornamenti poco rincuoranti.
L’attacco con droni messo in atto nella notte da Kiev, che ha colpito la Russia dal Kursk fino a Mosca e che ha provocato 4 morti, potrebbe mettere in pericolo l’accordo, come sottolineato dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov.
Le reazioni internazionali
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha “accolto con soddisfazione” l’esito dei colloqui tra Ucraina e Usa, sottolineando che “l’Italia sostiene pienamente gli sforzi degli Stati Uniti, sotto la guida del Presidente Trump, a favore di una pace giusta che garantisca la sicurezza di lungo periodo dell’Ucraina“. Il premier ha poi aggiunto che a seguito di questo fondamentale passo in avanti è arrivato ora il momento di comprendere quale sia la posizione del Cremlino.
Emmanuel Macron, presidente francese, ha invece espresso compiacimento per quanto deciso in Arabia Saudita, confermando che la Francia e i suoi partener “rimangono impegnati per una pace solida e duratura, sostenuta da solide garanzie di sicurezza per l’Ucraina“. Della stessa opinione anche la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, che ha parlato di “svolta importante” e che ha ribadito l’impegno europeo al fine del raggiungimento di una “pace reale, giusta e duratura“.
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