Turchia, arrestato il sindaco di Istanbul: dovrà rimanere in carcere per almeno 4 giorni

In Turchia è stato arrestato il sindaco di Istanbul, uno dei principali rivali di Erdogan, e l'accusa sarebbe quella di legami con il terrorismo. Bloccati i social media e vietate le manifestazioni per le strade

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In mattinata è arrivata una notizia che potrebbe stravolgere la corsa alla presidenza in Turchia. Secondo quanto riferiscono i media locali, il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è stato arrestato dalla polizia turca. Il membro del Partito Popolare Repubblicano, uno dei maggiori antagonisti politici del presidente Recep Tayyip Erdogan, sarebbe al centro di un’indagine su presunti legami con il terrorismo.

Stando a quanto riferito dall’agenzia statale Anadolu Agency, i procuratori hanno emesso dei mandati di cattura per altre 100 persone, tra cui i politici Muret Celik e Result Emrah Shahan e il cantante Ercan Saatci. Per 20 di questi indagati, l’indagine è scattata su presunti reati di tipo amministrativo e di corruzione.

Ekrem Imamoglu dovrà rimanere in carcere per almeno 4 giorni. E’ questo quanto affermato da Nihat Uludag, direttore della CnnTurk, che ha riferito, inoltre, che ci sarebbe un’ordinanza d’arresto per 106 persone e 84 di esse sono in stato di fermo.

Turchia, l’arresto dopo la perquisizione in casa

Secondo quanto emerso, l’arresto è stato successivo alla perquisizione della casa di Ekrem Imamoglu ed è avvenuto un giorno dopo che un’università aveva invalidato il suo diploma di laurea. Le legge turca, nella fattispecie, vede nel possedimento di una laurea il requisito per candidarsi alle elezioni e di fatto il maggior rivale di Erdogan era tagliato fuori dalla corsa presidenziale.

Il Partito Popolare Repubblicano, di cui è membro il sindaco di Istanbul, terrà le primarie la prossima domenica, 23 marzo, e Imamoglu dovrebbe essere scelto come candidato per le elezioni presidenziali del 2028. Quest’ultime potrebbero, però, essere anticipate. Lo stesso Imamoglu, in un video pubblicato sui social media, ha affermato che il popolo turco “sta affrontando una tirannia, ma voglio che sappiate che non mi scoraggerò”.

Bloccati i social e vietate le manifestazioni

La Turchia, per evitare lo scatenarsi delle rivolte, ha limitato l’accesso a diverse piattaforme di social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, come riferito dall’osservatorio Internet Netblocks. Anche la prefettura di Istanbul si è mossa e ha vietato per 4 giorni ogni tipo di manifestazione e protesta per le strade della città che si affaccia sul Bosforo.

Non è mancata la reazione del maggior partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano, che tramite il leader Ozel ha affermato come “in questo momento è in atto un’imposizione per impedire alla Turchia di determinare il suo prossimo presidente”. Inoltre, continuando nel suo attacco, ha accusato che si sta subendo un “colpo di stato” contro Imamoglu, definito “il prossimo presidente”.

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