“Quando diventerò presidente farò concludere la guerra tra Russia e Ucraina in 24 ore“, aveva dichiarato il presidente eletto Donald Trump diversi mesi fa, quando era ancora impegnato nella gravosa campagna elettorale contro il democratico Joe Biden. L’imprenditore sembra però stufo di aspettare e il 20 gennaio, giorno del suo ufficiale insediamento alla Casa Bianca, sembra una data troppo lontana da dover attendere con pazienza. Così, il tycoon decide di alzare il tiro e di annunciare un nuovo obiettivo: trovare un accordo prima dell’inizio del suo mandato.
Il 47esimo presidente degli Usa lo ha infatti annunciato ieri, probabilmente stanco di vedere proseguire un conflitto che prosegue senza tregua da ormai quasi tre anni. “La carneficina in Ucraina deve finire“, ha infatti dichiarato convintamente, spiegando di essere pronto a telefonare sia al leader russo, Vladimir Putin, che a quello ucraino, Volodymyr Zelensky, per svolgere il ruolo di mediatore tra le due realtà. Il problema, però, sembra essere sempre lo stesso. I due capi di Stato hanno idee ben differenti di quella che può essere una pace giusta.
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Da un lato c’è il leader di Kiev, che continua a ricordare come l‘obiettivo primario sia quello di salvaguardare il diritto all’integrità territoriale dell’Ucraina, di fatto sostenendo di non essere intenzionato a cedere parte di territori del Paese alla Russia. Dall’altra c’è Putin, che invece sottolinea come le truppe di Mosca siano riuscite a conquistare gran parte dei territori al confine dell’Ucraina e come sia quindi giusto che il conflitto si concluda con una ufficiale annessione di questi territori. Resta da capire, quindi, quale sarà la posizione che ha intenzione di assumere The Donald, che si trova quindi con una nuova promessa da mantenere e gli occhi dell’opinione pubblica puntati sulla sua prossima mossa.
La situazione in Ucraina e in Russia
Mentre il presidente eletto americano continua a riflettere su una soluzione attuabile in Est Europa, Russia e Ucraina si leccano le ferite e conteggiano le spese che questa guerra continua a comportare. Il titolare del Cremlino continua ad ostentare sicurezza, sottolineando come le sue truppe abbiano ormai “l’iniziativa strategica lungo l’intera linea del fronte” e come quindi il conflitto possa essere vicino ad una svolta. Secondo i dati emessi dalla Russia, infatti, le truppe di Mosca avrebbero conquistato 189 centro abitanti, ovvero il 99% della regione di Lugansk, il 70% del Donetsk, quasi il 74% della regione di Zaporizhzhia e il 76% di quella di Kherson.
Dati che però assumono un significato del tutto diverso se si considera che due dei centri più importanti di queste Regioni, Zaporizhzhia e Kherson, sono ancora in mano ucraina. Inoltre, Putin non è più riuscito a nascondere che le spese militari che il Paese continua ad affrontare potrebbero presto divenire insostenibili per il Paese. Al momento, infatti, la Russia spende il 32,5% del bilancio per la guerra contro Kiev, ovvero il 6,3% del Pil, e in futuro potrebbe non essere più possibile alzare ancora queste spese.
Il presidente ha infatti ricordato che la vita nel Paese continua ad andare avanti, per cui è necessario prestare una certa attenzione, e una certa spesa, anche a settori diversi, quali l’economia, la scienza, l’istruzione e la sanità. La speranza di Mosca, però, è quella di portare al più presto l’esercito ucraino allo stremo, puntando quindi sull’esaurimento dell’esercito ucraino in termini di risorse umane. Al momento, infatti Zelensky non ha ancora preso una decisione sulla richiesta statunitense di abbassare l’età per la mobilitazione militare dai 25 ai 18 anni, ma Putin continua a sperare che la vittoria sul campo sia più vicina di quanto preventivato.
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