Nessuna pace per Trump: il ministro per la Difesa rischia bocciatura per scandalo sessuale

Dopo i dubbi su Matt Gaetz, candidato a capo del Dipartimento di Giustizia ma indagato per abusi sessuali, ora anche la nomina di Pete Hegseth sembrerebbe in bilico, a causa dell'accusa di violenza sessuale che su di lui pende in California

Redazione
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Il team di transizione di Donald Trump non sta avendo vita facile. Il Tycoon vuole circondarsi di figure fidate, per evitare che nei quattro anni di governo possano presentarsi ostacoli sul suo cammino, senza però tenere in considerazione la reazione dell’opinione pubblica, così come della Camera Alta del Congresso, a cui spetterà il compito di votare sui candidati del Presidente. Così, ormai da giorni, su ogni nome che Trump annuncia trionfalmente, i media o le opposizioni attaccano ricordando dettagli del suo passato, e troppo spesso denunce penali nei loro confronti.

I casi più famosi, finora, riguardano il candidato a capo del Dipartimento della Giustizia, Matt Gaetz, e l’anchor di Fox News, Pete Hegseth, nominato al Pentagono. Su entrambi cadrebbero denunce di stampo sessuale, che avrebbero in qualche modo preoccupato l’opinione pubblica così come la Camera Alta del Congresso. Nel caso di Gaetz, però, le accuse sarebbero cadute – se non fosse per un’indagine portata avanti dalla Commissione etica del Congresso -, mentre per Hegseth sembrerebbe che Trump e il suo staff non fossero a conoscenza del processo giudiziario.

Donald Trump, comunque, non è conosciuto per i suoi passi indietro o per la sua volontà di accontentare le masse, a meno che non si tratti di imprenditori miliardari, per cui sembrerebbe poco probabile un ritiro dei nomi all’ultimo momento. In fin dei conti, i processi giudiziari sono una costante nella vita di The Donald. Ora, però, resta l’incognita della Camera. I leader saranno infatti costretti a decidere se confermare o no i nomi presentati da Trump, per cui sarà da capire quanto questi siano disposti a spingersi per sfidare il presidente-eletto degli Stati Uniti d’America.

Usa, il caos intorno al nome di Hegseth

L’ultima controversia legata al team di Trump riguarda Pete Hegseth, nome scelto dal presidente-eletto per guidare la Difesa americana. Sembrerebbe che il team di Trump non fosse stato informato di una storia di aggressione sessuale in cui potrebbe essere coinvolto l’ex volto di Fox News. Sembrerebbe, infatti, che alcuni dei nomi presentati da Trump siano riusciti a sfuggire ai controlli strettissimi dell’FBI, che ha il compito di scandagliare il passato di coloro che hanno intenzione di candidarsi al Congresso o in ruoli di potere.

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Pete Hegseth

Hegseth, quindi, sarebbe riuscito a nascondere parte del suo passato, tanto che alcuni membri della squadra che si occupa della transizione tra Biden e Trump avrebbero dichiarato di essere “rimasti spiazzati dalle rivelazioni“. Sembrerebbe, comunque, che l’ex conduttore televisivo non sia incriminato per alcun reato, ma che a Monterey, in California, le autorità avrebbero aperto un’indagine legata ad una “presunta violenza sessuale” che avrebbe coinvolto Hegseth l’8 ottobre 2017.

Secondo quanto ricostruito, la suddetta violenza sarebbe avvenuta a seguito di una conferenza tenuta dalla federazione californiana delle donne repubblicane in un hotel di Monterey, l’Hyatt Regency. Quattro giorni dopo l’evento, infatti, una donna avrebbe sporto denuncia contro Hegseth. Quando, alcuni giorni fa, la notizia è divenuta di dominio pubblico, sembrerebbe che il capo dello staff di Trump, Susie Wiles, abbia contattato telefonicamente l’ex anchorman per sapere se vi fossero altri aspetti del suo passato non comunicati. Non è stato però annunciato l’esito della telefonata.

Trump avrebbe comunque deciso di prendere le difese di Hegseth, come sottolineato dal direttore della comunicazione del Tycoon, Steven Cheung: “Il presidente sta nominando candidati estremamente qualificati. Hegseth ha negato con forza tutte le accuse. Non vediamo l’ora della sua conferma“.

Le nuove nomine del team di Trump

Nonostante gli scandali che ormai quotidianamente coinvolgono il nuovo team del presidente-eletto, questo prosegue con le nomine ufficiali, annunciate sui social sempre con una certa veemenza. Dopo il no-vax Robert Kennedy Junior a capo della Sanità e il controverso Matt Gaetz a capo del Dipartimento della Giustizia, Trump ha deciso di eleggere la 27enne Karoline Leavitt come portavoce della casa Bianca. La giovanissima era stata la vice portavoce nella prima amministrazione Trump.

La nomina di Leavitt è giunta dopo quella di Steven Cheung, che invece sarà il direttore della comunicazione per la Casa Bianca, mentre la 27enne si occuperà dei briefing con la stampa. “Karoline è intelligente, tenace e ha dimostrato di essere una comunicatrice molto efficace” ha dichiarato Trump in una nota, sottolineando che dal suo punto di vista questa nomina aiuterà a trasmettere al popolo americano il messaggio del suo governo, che vuole “rendere l’America di nuovo grande“.

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