Trump, condannato a pagare 400mila dollari al New York Times

L'ex presidente americano aveva denunciato tre giornalisti della testata per aver pubblicato la sua dichiarazione dei redditi in un articolo del 2018

Redazione
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Anche il 2024 non sembra l’anno fortunato di Donald Trump, ex presidente americano di nuovo in corsa per le prossime elezioni che si svolgeranno a novembre. Il tycoon sembra non trovare pace a causa dei numerosi procedimenti giudiziari in cui è indiziato. Uno di questi ha trovato la sua risoluzione proprio oggi ma, purtroppo, l’esito non è stato per lui favorevole.

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Donald Trump

L’imprenditore statunitense è infatti stato condannato dal giudice della Corte Suprema statale di New York a risarcire la testata giornalistica The New York Times, di ben 392 mila dollari. Il motivo? La causa da lui intentata contro tre giornalisti del quotidiano della Grande Mela è stata rigettata e i tre giornalisti non sono stati dichiarati colpevoli. Un duro colpo per Trump che ora sarà costretto a risarcire la testata da lui denunciata.

La sentenza che ha colpito Donald Trump

La causa intentata da Donald Trump nei confronti del New York Times, riguardava nello specifico tre giornalisti: Susanne Craig, Russ Buettner e David Barstow. Questi erano stati accusati dall’ex presidente di aver complottato insieme a sua nipote Mary Trump, autrice di un libro sulla vita dello zio, per ottenere informazioni riservate sulla sua persona. Nello specifico ciò che ha disturbato maggiormente il tycoon è stata la pubblicazione dei dati della sua dichiarazione dei redditi in un articolo giornalistico del 2018, in cui Trump veniva accusato di aver adottato un sistema che gli permetteva di evadere le tasse. Anche la nipote è stata accusata di aver violato un accordo di riservatezza che le impediva di rivelare e fornire documenti fiscali appartenenti alla famiglia.

Robert Reed, giudice della Corte Suprema statale, ha invece riconosciuto il diritto dei giornalisti a cercare e pubblicare notizie, secondo quanto sancito dal primo emendamento della Costituzione americana che garantisce la libertà d’espressione e di informazione. La soddisfazione della testata è stata palese e dimostrata dal suo portavoce: “La decisione di oggi mostra che lo statuto anti-Slapp (azione legale strategica contro la partecipazione pubblica) può diventare una forza potente in difesa della libertà di stampa“.

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