Trump, caso Capitol Hill archiviato: “Una grande vittoria”

Il procuratore speciale Smith, nel ricordare che un presidente non può essere indagato, ha scritto che "tale divieto è categorico e non dipende dalla gravità dei crimini accusati, dalla forza delle prove del governo o dai meriti dell'accusa, che il governo sostiene pienamente"

Redazione
5 Min di lettura

Donald Trump, il presidente eletto degli Stati Uniti, non verrà più indagato per il caso dell’assalto a Capitol Hill. Ad annunciarlo è stato il procuratore speciale Jack Smith, che ha sottolineato che un presidente in carica non può essere perseguito e non c’è il tempo necessario per il processo prima dell’insediamento, in programma per il 20 gennaio 2025. Smith ha annunciato che verrà archiviato anche il caso riguardante le carte segrete portate a Mar-a-Lago.

Jack Smith archivia i casi contro Trump

Dopo la rielezione del tycoon alla presidenza statunitense, il procuratore speciale aveva già chiesto di sospendere i casi per valutare il da farsi, dato che un presidente in carica non può essere perseguito e che non c’era il tempo necessario per un processo prima dell’insediamento.

E ieri è arrivato l’annuncio per cui Smith lascerà cadere il procedimento contro il presidente eletto, chiedendo l’archiviazione del caso in un atto depositato dal giudice. Come riporta la Cnn, dopo aver archiviato il procedimento per l’assalto a Capitol Hill, Smith ha annunciato che lascerà cadere anche il procedimento per le carte segrete portate a Mar-a-Lago. 

Il procuratore, nel ricordare che un presidente non può essere indagato, ha scritto che “tale divieto è categorico e non dipende dalla gravità dei crimini accusati, dalla forza delle prove del governo o dai meriti dell’accusa, che il governo sostiene pienamente”. Quindi, “sulla base dell’interpretazione della Costituzione da parte del dipartimento, il governo chiede l’archiviazione senza pregiudizio dell’atto di accusa”, ha aggiunto Smith.

Nel caso in cui il giudice accogliesse l’istanza così come l’ha presentata il procuratore speciale, permetterebbe ai procuratori di poter nuovamente presentare le accuse una volta che Trump terminerà la sua seconda presidenza. Secondo gli esperti legali, però, c’è una forte possibilità che il tycoon, una volta insediatosi alla Casa Bianca, provi a escogitare un piano per graziare se stesso ed escludere quindi la possibilità che in futuro venga indagato di nuovo.

La nota del portavoce del tycoon

Il portavoce di Trump Steven Cheung ha commentato la questione definendola “una grande vittoria”. Nella nota rilasciata si legge: “Il popolo americano ha rieletto il presidente Trump con un mandato schiacciante per rendere l’America di nuovo grande. La decisione odierna del dipartimento di Giustizia rappresenta una grande vittoria per lo stato di diritto”. Il popolo americano e il presidente Trump, ha aggiunto, “vogliono che si ponga fine alla strumentalizzazione politica del nostro sistema giudiziario e non vediamo l’ora di unire il nostro Paese”.

I casi contro il tycoon

Trump è stato accusato per l’assalto a Capitol Hill, un evento che ha segnato in negativo la storia elettorale statunitense. Risale al pomeriggio del 6 gennaio 2021, quando un gruppo di manifestanti sostenitori di Trump fece irruzione al Campidoglio, dove era in corso la certificazione del risultato delle elezioni presidenziali vinte da Joe Biden. Un mese dopo è stata aperta l’indagine di una commissione d’inchiesta. Oltre al caso di Capitol Hill, c’è anche quello legato alle carte di Mar-a-Lago, in cui il tycoon è stato accusato di aver conservato, oltre la fine del suo mandato nel 2021, più di un centinaio di documenti riservati del Pentagono, rinvenuti nella sua villa di Mar a Lago in Florida. 

Il presidente eletto è a processo anche per il caso dei pagamenti all’ex pornostar Stormy Daniels. Il tycoon ebbe un incontro con la pornostar nel 2006 e, nei mesi antecedenti le elezioni presidenziali del 2016, tentò di coprire la storia pagando il silenzio dell’attrice, falsificando la destinazione d’uso del denaro con l’emissione di fatture false. Il repubblicano diventerà quindi il primo presidente statunitense riconosciuto colpevole di reati e condannato. Ma anche in questo caso, se le sentenze venissero rimandate a dopo l’insediamento a Washington, Trump potrà godere dell’immunità presidenziale. 

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo