La Transnistria si appella a Mosca: chiede sostegno contro la Moldavia

La Repubblica separatista della Transnistria chiede di “rivolgersi al Consiglio della Federazione russa con la richiesta di attuare misure per proteggere la Transnistria per far fronte ad una crescente pressione della Moldavia”

Redazione
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La Repubblica della Transnistria, un’entità separatista filorussa sul territorio della Moldavia, ha chiesto aiuto a Mosca per far fronte alle pressioni provenienti da Chisinau secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale russa Tass. Il Cremlino fa sapere che “Proteggere la Transnistria è una priorità”. Le sorti della regione rientrano nel più ampio contesto del conflitto russo-ucraino.

Transnistria chiede aiuto a Mosca: “Forniteci protezione”

Stando all’agenzia di stampa russa, una risoluzione approvata dall’autoproclamato Congresso della Repubblica separatista della Transnistria, in territorio moldavo, chiede di “rivolgersi al Consiglio della Federazione russa e alla Duma di Stato con la richiesta di attuare misure per proteggere la Transnistria di fronte” alla minaccia di “una crescente pressione della Moldavia” in riferimento al blocco economico imposto dalla Moldavia.

Congresso dei deputati Transnistria
Congresso dei deputati Transnistria

Il governo di Mosca si è mostrato disponibile a fornire la protezione richiesta e, infatti, il Ministero degli Esteri russo ha commentato: “Teniamo in considerazione la richiesta di aiuto, proteggere gli interessi dei cittadini della Transnistria è tra le priorità“. Una delle motivazioni alla base della risposta russa sta nel fatto che, come sottolineato dai separatisti nella risoluzione, “sono presenti in modo permanente sul territorio della Transnistria oltre 220mila cittadini russi, dell’esperienza positiva russa di peacekeeping, nonché dello status di garante e mediatore nel processo negoziale“.

Il governo moldavo ha minimizzato la questione affermando che la risoluzione del Congresso sia “un evento puramente propagandistico” ed è convinto che le decisioni della Moldavia non costituiscano una minaccia, al contrario di quanto si può dire delle azioni del Cremlino. Mosca da tempo è interessata alla destabilizzazione della Moldavia, che ha richiesto l’ingresso nell’Unione europea. Il portavoce del governo moldavo Daniel Voda ha affermato che “Questo evento è stato pianificato da coloro che si trovano sul lato sinistro del fiume Dniester e del Cremlino. Non vediamo un pericolo di destabilizzazione. Osserviamo molto da vicino e ripetiamo che anche questa regione vuole pace e sicurezza”.

Transnistria si appella a Mosca, un passo verso l’unificazione?

Il timore è che questa manovra possa precedere un tentativo di unificazione della Repubblica separatista alla Russia. Non a caso alcuni giorni fa si sono diffuse indiscrezioni secondo cui il Congresso della Transnistria era pronto a votare per l’unificazione e più recentemente un portavoce dell’Unione europea era stato messo in guardia sul rischio che Mosca potesse essere interessata ad annettere questo territorio. 

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova oggi ha smentito le insinuazioni: “Sono mere congetture”, ha affermato, accusando poi l’Occidente e la Nato di stare “letteralmente cercando di plasmare un’altra Ucraina dalla Moldavia” contro il volere “della maggioranza della popolazione moldava”.

Transnistria vicina a Putin, i timori dei paesi confinanti

La regione separatista, situata tra il fiume Dniester e il confine con l’Ucraina, si è dichiarata indipendente dopo l’implosione dell’URSS. Nel 1992 i separatisti combatterono una guerra contro il governo filo-occidentale della Moldavia, che si concluse con centinaia di morti e con l’intervento dell’esercito russo a fianco dei ribelli.

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In seguito, in un referendum del 2006 non riconosciuto a livello internazionale, il 97,1% degli elettori sostenne l’adesione alla Russia, rendendo la questione della regione autoproclamata sempre più pericolosa per i futuri confini dell’UE, ma soprattutto per la vicina Moldavia.

Un’ipotesi, accreditata dall’intelligence ucraina, è quella secondo cui questo conflitto fornirebbe il pretesto alla Russia di intervenire in quella zona in modo da creare un lungo corridoio che la colleghi all’Ucraina meridionale. Un’altra teoria è quella secondo cui quanto avvenuto darebbe l’opportunità al governo separatista filorusso di indire un altro referendum per far fronte alla necessità di proteggere i cittadini russi in Transnistria dalla Nato.

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