Il genio di J.R.R. Tolkien, autore della saga Il Signore degli Anelli, continua a vivere a cinquanta anni dalla sua morte e in alcuni casi la fantasia dei suoi ammiratori supera però ogni limite. Un esempio lampante è il sequel non autorizzato “The fellowship of the King” a firma di Demotrious Polychron, che prosegue le vicende della compagnia dell’anello creata da Tolkien negli anni ’50. Una sorta di fanfiction, ovvero un’opera ispirata a trame e personaggi già esistenti e fatta circolare in rete, che però stavolta non è stata pubblicata sulle piattaforme predefinite ma promossa a livello commerciale.
In questo caso si è trattato della pubblicazione di un sequel vero e proprio che ha scatenato una questione legale che oggi ha visto la sua conclusione. Polychron dovrà distruggere tutte le copie, cartacee e digitali, della sua opera poiché accusata di violare le normative del diritto d’autore. La particolarità della causa legale, che ha visto Polychron colpevole, sta nel fatto che la vicenda è nata proprio da una segnalazione dell’autore, il quale per primo ha accusato The Estate of Tolkien e Amazon, di aver prodotto una serie tv la cui sceneggiatura sarebbe molto simile al romanzo di Polychron.
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Tolkien, l’assurda vicenda legale
Lo scorso aprile Demotrious Polychron ha intentato una causa civile contro la fondazione britannica che riunisce gli eredi di Tolkien, The Estate of Tolkien, e contro Amazon, entrambi produttori della pubblicazione della serie tv “Il Signore degli Anelli. Gli anelli del Potere“. L’accusa di Polychron riguarderebbe la sceneggiatura della serie televisiva, che secondo la sua testimonianza sarebbe una copia del suo libro intitolato “The fellowship of the King“. La richiesta dell’autore consisterebbe in un risarcimento danni pari a 250 milioni di dollari.
Ciò che Plolychron non ha però messo in conto è che la causa legale avrebbe potuto improvvisamente ritorcerglisi contro. La Corte distrettuale della California ha infatti respinto la causa, decretando che in realtà l’unica condanna giusta del processo riguardasse proprio le azioni di Polychron. Il sequel a sua firma, definito da lui stesso “il seguito perfetto de ‘Il signore degli Anelli‘, è infatti stato accusato di violare le normative copyright.
Il processo legale contro Demetrious Polychron
I procedimenti penali sono stati due, il primo intentato da Polychron e il secondo da The Tolkien Estate, ed entrambi hanno visto gli eredi di Tolkien vincitori. Questi ultimi hanno infatti a loro volta aperto una procedura penale nei confronti dell’autore, il quale è stato accusato di aver utilizzato impropriamente e senza autorizzazione le idee di J.R.R Tolkien, così come i suoi personaggi e le sue ambientazioni.
La Corte ha ritenuto giuste le accuse di The Tolkien Estate e la condanna nei confronti di Polychron è stata durissima: l’autore è stato costretto a distruggere tutte le copie della sua opera, così da evitarne una distribuzione ulteriore, portando alla corte una dichiarazione, sotto pena di spergiuro, in cui dichiara di aver eseguito le direttive del giudice. Polychron, inoltre, non potrà realizzare altre opere derivanti dai romanzi originali di Tolkien. L’autore condannato dovrà anche occuparsi del pagamento delle spese legali, il cui costo totale ammonta a 134 mila dollari. Tale decisione deriva dalla considerazione del giudice, che ha ritenuto la causa intentata da Polychron come “frivola ed irragionevole“.
Steven Maier, avvocato della fondazione dedicata a Tolkien, si è detto soddisfatto della decisione del giudice, e ha dichiarato di sperare che la condanna “sia sufficiente a dissuadere altri che potrebbero avere intenzioni simili“.
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