Una serie di operazioni militari ai confini dell’isola di Taiwan hanno riacceso le ostilità tra le due Cine, che ad oggi continuano a dare prove di forza per dimostrare la loro superiorità e soprattutto per intimorire il nemico. Un discorso del presidente taiwanese Lai avrebbe infuriato Pechino che in tutta risposta avrebbe organizzato varie esercitazioni militari nelle vicinanze dello Stato indipendente. Il ministero della difesa di Taiwan ha sostenuto che 25 aerei cinesi e sette navi della marina sono stati rilevati intorno all’isola.
Sembrerebbe che queste truppe al momento siano impegnate in esercitazioni militari ma che in ogni momento potrebbero passare al combattimento vero e proprio, come sottolineato dal tenente Fu Zhengnan, ricercatore presso l’Accademia cinese delle scienze militari. “Se i separatisti di Taiwan provocano, l’operazione dell’Esercito Popolare di Liberazione attorno all’isola farà la sua prima mossa” ha infatti affermato il tenente. Lo scorso lunedì, infatti, da Pechino era giunta la conferma che le esercitazioni tutt’ora in corso erano “un’operazione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità e l’unità nazionale” della Cina.
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Sembrerebbe infatti che le parole utilizzate dal presidente taiwanese abbiano preoccupato profondamente la Cina, in quanto avrebbero avuto toni “separatisti” ben più marcati rispetto al passato. La storia di Cina e Taiwan va avanti da decenni, ovvero da quando nel 1949 le truppe nazionaliste di Chiang Kai-shek furono sconfitte dai combattenti comunisti di Mao Zedong e fuggirono a Taiwan, così da poter essere governate separatamente dal resto della Cina.
Lai: “Proteggerò la democrazia dell’isola“
Il presidente di Taiwan, a seguito dell’inizio delle operazioni militari cinesi ai confini del suo Stato, ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di cedere alle pressioni di Pechino, sostenendo inoltre di voler proteggere la democrazia taiwanese dai pericoli del Dragone con tutte le sue forze. “Di fronte alle minacce esterne, vorrei rassicurare i miei compatrioti che il governo continuerà a difendere il sistema costituzionale democratico e libero, a proteggere la democratica Taiwan e a salvaguardare la sicurezza nazionale” ha infatti dichiarato il leader di Taipei in un post su Facebook, dopo pochi giorni dal nuovo inizio delle ostilità con Pechino.
La Cina a sua volta ha definito quanto sta accadendo un “severo avvertimento” nei confronti dei possibili tentativi separatisti che potrebbero essere perseguiti dal Paese. Non è infatti la prima volta che il Dragone utilizza i cosiddetti “giochi di guerra” per evitare che Taiwan possa staccarsi definitivamente dalla Cina. L’esercitazione di questi giorni sarebbe infatti la quarta su larga scala che è stata messa in atto negli ultimi due anni. Ora, gli Stati Uniti però inizierebbero a temere che tali mosse della Cina possano rappresentare realmente un pericolo per la stabilità internazionale, in quanto potrebbero scatenare una vera e propria guerra per il controllo dell’isola di Taiwan.
Taiwan, Usa: “Azioni ingiustificate che rischiano di causare un’escalation”
Mentre in Medio Oriente, in Russia e in Ucraina continua ad imperversare la guerra, senza una fine vicina o immaginata, gli Stati Uniti iniziano a temere che anche il fronte di Taipei possa in qualche modo cadere in un conflitto improvviso e piuttosto destabilizzante. La tensione tra i due Paesi continua a crescere a dismisura, complice l’elezione del nuovo presidente Lai Ching-Te che ha posizioni meno moderate rispetto al suo predecessore Tsai-Ing-wen nella difesa della sovranità di Taiwan.
Secondo gli Stati Uniti, comunque, la risposta di Pechino alle parole del presidente Lai è stata spropositata e le azioni della Cina sarebbero “ingiustificate” oltre che pericolose. Il timore, infatti, è che nella regione si verifichi “un’escalation” che possa portare ad un conflitto dispendioso e destabilizzante. Taipei ha inoltre definito “irrazionali e provocatorie” le esercitazioni portate avanti da Pechino e ha poi aggiunto di aver inviato “forze appropriate in risposta” che “risponderanno alle situazioni nemiche in conformità con le regole di ingaggio“.
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