Taiwan, Cina simula attacchi a fuoco vivo per porti chiave e strutture energetiche

Testate le capacità di "blocco e controllo multidimensionale" dell'isola. Per Washington è messa in pericolo la sicurezza regionale e globale

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Sale la tensione a Taiwan dopo che la Cina ha portato a termine delle simulazioni di manovre militari di guerra. Il comunicato è arrivato da Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale dell’esercito cinese. Le esercitazioni condotte hanno visto l’utilizzo di “fuoco vivo a lungo raggio” e ostentato “attacchi a porti chiave e strutture energetiche”.

L’esercito cinese ha infatti annunciato di aver schiarato la sua portaerei Shandong, volte a testare la capacità di “bloccare” l’isola autonoma di Taiwan. L’esercitazione ha visto la “conquista della superiorità aerea di area e attacco a obiettivi terrestri e marittimi“, ha dichiarato l’Eastern Theater Command dell’esercito di Pechino, aggiungendo che “sono state testate le capacità delle truppe di “blocco e controllo multidimensionale” dell’isola“.

Non si è fatta attendere la risposta di Washington che ha accusato la Cina di mettere in pericolo la sicurezza regionale. Secondo quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato americano “ancora una volta, le attività militari aggressive della Cina e la sua retorica nei confronti di Taiwan non fanno altro che esacerbare le tensioni e mettere in pericolo la sicurezza regionale e la prosperità globale“.

Taiwan, Pechino accerchia l’isola con 71 aerei e 21 navi da guerra

In precedenza la Cina aveva già disposto esercitazioni militari su larga scala accerchiando l’isola di Taiwan con aerei e navi da guerra. Il ministero della Difesa locale ha dichiarato in una conferenza stampa che fra le 21 navi schierate da Pechino è incluso il gruppo di portaerei Shandong.

Secondo l’esercito cinese si tratterebbe di “un severo avvertimento” volto a “una deterrenza energica” nell’ambito dell’obiettivo fondamentale di Pechino di far “tornare Taiwan alla madrepatria“. Le esercitazioni in questione, continua il comunicato del colonnello Shi Yi “si concentrano principalmente su pattugliamenti di prontezza al combattimento mare-aria, conquista congiunta di superiorità globale, assalto a obiettivi marittimi e terrestri e blocco di aree chiave e rotte marittime“.

L’operazione del comando cinese punta a sferrare “attacchi di precisione multidirezionali”, nonché blocchi e assalti contro “obiettivi marittimi“. L’intento principale della manovra è, come si legge in un comunicato, testare la capacità delle truppe cinesi “di svolgere operazioni integrate, conquistare il controllo operativo e attacchi di precisione multidirezionali“.

Si tratta quindi di una simulazione da parte della Repubblica popolare, che mira, fra le altre cose, a testare un blocco aeronavale che taglierebbe le linee di approvvigionamento dell’isola. Si ritiene che in una situazione simile Taiwan abbia la possibilità di resistere a un accerchiamento di questo tipo per circa 5 mesi.

Pechino: “Gli sforzi di Taiwan per l’indipendenza porteranno alla guerra”

La mossa di Pechino ha chiaramente alto valore di deterrenza. In una dichiarazione, il portavoce del ministro degli Esteri cinese Guo Jiakun ha voluto rimarcare che “L’ostinata persistenza delle autorità nella loro posizione sull’indipendenza di Taiwan e il loro vano tentativo di separare il Paese dall’esterno cercando l’indipendenza sono destinati al fallimento“.

La Repubblica popolare ha inoltre avvertito che il tentativo di raggiungere l’indipendenza da parte delle autorità dell’isola, considerata dal governo parte del territorio cinese a tutti gli effetti, porterà alla guerra. “L’indipendenza di Taiwan significa guerra e promuovere l’indipendenza di Taiwan significa spingere il popolo in una pericolosa situazione di conflitto armato“. Queste le parole di Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan.

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