Il braccio destro di Musk in Italia avverte: “Non è controllabile, per fermarlo lo devi eliminare”

Il referente italiano di Elon Musk ha tentato di contestualizzare, in una intervista a Il Giornale, le dichiarazioni del magnate riguardanti i giudici italiani, sottolineando che il sistema giudiziario italiano è per lui incomprensibile e che il suo patrimonio di fatto lo rende capace di fare ciò che preferisce, senza freni

Redazione
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A poche ore di distanza dalle dichiarazioni di Elon Musk sul sistema giudiziario e di governo italiano, che avrebbero indotto anche il Presidente della Repubblica ad intervenire per chiarire che “l’Italia sa badare a se stessa“, Andrea Stroppa ha tentato di spiegare e rendere più comprensibile agli italiani una figura così complessa. Il braccio destro in Italia dell’uomo più ricco del mondo sembrerebbe non avere dubbi: “Il nostro sistema giudiziario è incomprensibile negli Stati Uniti“.

Così, proprio tale incomprensione avrebbe spinto Musk a prendere una posizione sulla questione migranti, sottolineando la necessità di “mandare via” i giudici che continuano a non convalidare i trattenimenti degli immigrati nei centri albanesi di Shengjin e Gjiader. E così, sempre secondo le parole di Stroppa, gli statunitensi non sarebbero propensi ad investire in Italia, perché incapaci di comprendere il funzionamento del nostro Stato.

La situazione, secondo una visione tutta americana dei problemi italiani, sarebbe catastrofica e potrebbe essere risolta solamente attraverso un totale cambiamento della burocrazia dell’economia e della burocrazia non solo italiana ma anche europea. “Bisogna cancellare tutto e ricominciare da capo” ha spiegato Stroppa, indicando la necessità di ripartire da piani che coinvolgano il miglioramento delle infrastrutture, scuole, carceri, sanità e imprese, per poi “chiudere le aziende decotte“, cioè quelle che per lo Stato sono un peso e non un valore aggiunto.

Stroppa: “Elon continuerà sempre a dire la sua

Un messaggio piuttosto chiaro lanciato da Stroppa, nel corso della sua intervista a Il Giornale, è che Elon Musk ad oggi è “incontrollabile“. Un uomo, con un capitale personale di 300 miliardi e presto un ruolo in un Dipartimento del governo Usa creato appositamente per lui, potrebbe dimostrare quanto il potere senza freni possa rivelarsi pericoloso per intere comunità. “Se vuole fare quella cosa non lo ferma nessuno” ha confermato il suo braccio destro in Italia, spiegando poi quello che potrebbe essere il continuo del botta e risposta con il Presidente Mattarella.

Il comunicato di Musk è chiaro. Rispetto per Mattarella ma Elon continuerà a dire la sua fino a quando sarà un privato cittadino” ha infatti proseguito l’advisor del magnate sudafricano, spiegando poi che dal suo punto di vista i rapporti tra Italia e Usa non risentiranno della questione ma, al contrario, potrebbero andare incontro ad un improvviso miglioramento. Per far comprendere meglio i motivi che avrebbero spinto Musk ad inserirsi nella questione del Protocollo Italia-Albania, Stroppa ha spiegato che negli Usa sarebbe impossibile trovarsi nella situazione in cui si trova ad oggi l’Italia.

L’idea della nuova amministrazione americana è molto semplice – ha infatti spiegato l’advisorChi è entrato illegalmente negli Stati Uniti verrà o rimandato a casa o messo in un luogo di detenzione. E lo faranno senza intralci perché il sistema giudiziario degli Stati Uniti lo permette“.

Stroppa: “L’Italia deve imparare a fare i compiti a casa

Il braccio destro del patron di Tesla ha tentato anche di dare una sua lettura dei tempi attuali, criticando duramente la gestione burocratica e finanziaria del Paese ed accusando sostanzialmente l’Italia di aver adottato nel corso degli anni delle politiche che avrebbero bloccato la crescita e la competitività invece di migliorarle. “L’Italia deve fare i compiti a casa, perché siamo in una situazione critica e rischiamo di non uscire dal pantano nel quale ci troviamo” ha infatti chiarito l’advisor, per poi spiegare che gli obiettivi principali da perseguire cono la sburocratizzazione, il taglio dei costi pubblici, gli investimenti e le risorse.

Il problema dell’Italia, almeno secondo le parole di Stroppa, riguarda proprio la sua competitività. “Ha tantissime piccole imprese, ad alto contenuto tecnologico, ma che non riescono a crescere” ha chiarito l’advisor, sostenendo che il Paese non avrebbe le dimensioni per competere a livello internazionale perché “le politiche industriali non sono all’altezza” e la burocrazia continua a bloccare la crescita. Non vi sarebbero lati positivi neanche nell’utilizzo dei fondi del Pnrr, perché questi sarebbero sostanzialmente utilizzati male, in quanto “c’è una quantità di soldi eccezionale ma se va bene produrranno una crescita dell’1%“.

Così, il modello americano in Italia potrebbe svoltare la situazione. Il prezzo? La chiusura di tutte le aziende in difficoltà, di tutte le imprese che utilizzano incentivi statali per andare avanti, per non dover licenziare e per non dover chiudere definitivamente. L’enorme differenza è che negli Usa un uomo, di qualunque età, non avrà difficoltà a trovare un nuovo lavoro a seguito del licenziamento, mentre in Italia la perdita del lavoro per un operaio di 40 o 50 anni significa la fine di una carriera e di conseguenza della tranquillità economica.

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