Strage di bambini a Gaza: Netanyahu teme il mandato di arresto della CPI

Telefonate frenetiche tra il governo degli Stati Uniti e Netanyahu, che sta rischiando un mandato di arresto internazionale da parte della CPI. D'altronde, la reazione dell'esercito israeliano all'attentato del 7 ottobre è andata ben oltre una risposta al gruppo terroristico responsabile, causando una vera e propria strage di bambini nella Striscia di Gaza

Carmine Ruggiero
3 Min di lettura

Il commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), Philippe Lazzarini, ha lanciato un grido d’allarme riguardo alla situazione a Gaza, definendo il numero dei bambini morti in appena 6 mesi di conflitto “senza precedenti e sconcertante“.

In un’intervista esclusiva all’agenzia stampa Tass new, Lazzarini ha dichiarato che “in sei mesi sono morte più di 30.000 persone“, un bilancio terribile, aggravato dal fatto “che tra i morti ci sono oltre 13.000 bambini: sono morti più bambini in sei mesi che in tutti i conflitti del mondo negli ultimi quattro anni“. Ha inoltre evidenziato il livello di distruzione senza precedenti che ha colpito la popolazione civile, richiamando l’attenzione sulla necessità urgente di porre fine ai combattimenti e di fornire assistenza alla Striscia di Gaza.

Distruzione a Gaza: il piede in due scarpe degli USA

Proprio per queste ragioni, la Corte Penale Internazionale (CPI), sarebbe intenzionata ad emettere dei mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e il capo dell’IDF Herzi Halevi. Mandati che gli Stati Uniti starebbero tentando di fermare attraverso pressioni diplomatiche. Lo stesso Netanyahu avrebbe fatto telefonate continue, nel tentativo di ottenere il sostegno degli Stati Uniti per bloccare qualsiasi decisione della CPI. Il sostegno degli USA al governo israeliano, continua a mettere in mostra il comportamento bipolare dell’amministrazione Biden, che, a fasi alterne, si schiera un giorno con Israele e il successivo con Gaza.

Biden in Israele
Biden e Netanyahu

Israele, dal canto suo, starebbe preparando un’operazione militare su larga scala nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dallo stesso Lazzarini. L’UNRWA ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze umanitarie di un intervento militare su vasta scala, mentre l’aeronautica israeliana continua ad effettuare attacchi sulla parte centrale della Striscia, secondo quanto riportato da Al Jazeera.

Nel frattempo, il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato che solo gli Stati Uniti possono fermare l’attacco israeliano a Rafah, definendolo “il più grande disastro nella storia del popolo palestinese“. Abu Mazen ha chiesto espressamente agli Stati Uniti di intervenire per fermare l’operazione militare imminente e per garantire la fine dei combattimenti e la fornitura urgente di aiuti alla Striscia di Gaza.

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