Nella guerra sulla Striscia di Gaza persino un tentativo di portare aiuti umanitari ai civili ridotti in miseria può trasformarsi in un massacro orribile. Secondo quanto riportato da fonti sanitarie palestinesi, una folla accalcata attorno a un convoglio che portava provviste a Gaza City avrebbe attivato una reazione dell’esercito israeliano che ha iniziato a sparare sulla folla, causando un bagno di sangue in cui sono morte oltre 100 persone e altre 700 sono state ferite. Inizialmente i militari hanno affermato di aver sparato sulla folla percepita come una minaccia, negando in seguito di aver esploso un singolo colpo.
Punti di vista avversi sulla tragedia
Secondo il Times of Israel, solo una decina di morti potrebbero essere attribuiti ai proiettili, ma le circostanze esatte dei decessi restano ancora oscure. Un testimone ha raccontato all’Agenzia France-Presse (Afp) che la violenza è scoppiata quando migliaia di persone affamate si sono riversate verso i camion degli aiuti. “I camion pieni di aiuti si sono avvicinati troppo ad alcuni carri armati dell’esercito che si trovavano nella zona e la folla, migliaia di persone, ha preso d’assalto i camion“, ha detto il testimone. “I soldati hanno sparato sulla folla perché la gente si avvicinava troppo ai carri armati“.
Leggi Anche
Le versioni degli eventi fornite dall’esercito israeliano e dai testimoni differiscono notevolmente. Mentre l’esercito ha inizialmente sostenuto che i cittadini di Gaza abbiano circondato i camion e saccheggiato i rifornimenti, i testimoni sul campo descrivono una scena agghiacciante in cui la folla cercava disperatamente cibo e beni di prima necessità. La situazione umanitaria a Gaza è diventata sempre più critica a seguito della guerra in corso e delle restrizioni imposte dal blocco israeliano. L’Onu ha segnalato che la stragrande maggioranza dei 2,4 milioni di abitanti di Gaza è a rischio di carestia, soprattutto nelle aree settentrionali dove la distruzione e i combattimenti rendono difficile la consegna degli aiuti.
La reazione di Joe Biden
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato su richiesta dell’Algeria per discutere la situazione e la consegna degli aiuti alla popolazione palestinese. Tuttavia, mentre la comunità internazionale cerca di affrontare questa crisi umanitaria disperata, sul campo la violenza e il caos persistono, lasciando dietro di sé una scia di morte e sofferenza in continua crescita.
Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che la Casa Bianca sta attualmente verificando le versioni contrastanti di quanto accaduto nella recente tragedia a Gaza, esprimendo certezza sul fatto che questo evento complicherà ulteriormente i negoziati riguardanti la tregua e la liberazione degli ostaggi. “È probabile che non ci sarà entro lunedì“, ha ammesso Biden, dopo la recente gaffe, aggiungendo tuttavia che “la speranza è l’ultima a morire. Ci sto lavorando“. Biden ha anche fatto riferimento ai nuovi contatti telefonici avuti con l’Emiro del Qatar e il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, altri due importanti mediatori dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas.
Durante un evento elettorale a Minneapolis, riferendosi alla guerra a Gaza, Biden si sarebbe anche lasciato sfuggire un “abbiamo bisogno di una pausa”, esprimendo per la prima volta in modo chiaro e diretto la necessità di una pausa umanitaria a Gaza, discostandosi così dalla posizione del primo ministro israeliano Netanyahu, il quale non sembra affatto intenzionato a fermare le operazioni militari nella regione. Nonostante ciò, gli Stati Uniti hanno bloccato una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che condannava Israele per la strage dei palestinesi.
Giorgia Meloni esprime sgomento per i fatti di Gaza
Anche la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha espresso la sua preoccupazione per gli eventi di Gaza, dichiarando: “Ho appreso con profondo sgomento e preoccupazione la drammatica notizia di quanto accaduto a Gaza. È urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità. Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi“.
Anche dall’opposizione non mancano le critiche verso Israele. Carlo Calenda, pur rimanendo vicino alle istanze dello Stato ebraico prima e dopo il 7 ottobre, ha scritto sui social: “Quanto accaduto a Gaza è semplicemente agghiacciante. Le responsabilità dirette vanno accertate rapidamente. Ma la situazione a Gaza è inaccettabile da troppo tempo. Israele è andata molto al di là del ‘diritto di difendersi’. Il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi vanno imposti ora da tutta la comunità internazionale e Netanyahu va cacciato il prima possibile“.
© Riproduzione riservata