Meta sotto accusa: la maxicausa presentata da 41 stati americani

Nelle 233 pagine del rapporto federale si evidenzia come “Instagram e Facebook creano dipendenza nei minori, li ingannano e raccolgono i dati violando la legge”

Redazione
4 Min di lettura

Gli Stati uniti si sono sollevati contro il mastodontico Meta. 41 Stati hanno deciso di fare causa all’azienda californiana sostenendo che Meta crei dipendenza negli utenti più giovani. Non solo, secondo l’accusa si tratterebbe di un vero e proprio inganno quello portato avanti da Mark Zuckerberg nei confronti degli adolescenti, ‘resi dei fedeli zombie al social attraverso tattiche pericolose e manipolatorie’ studiate a tavolino per massimizzare i profitti di Facebook e Instagram.

pexels kerde severin 1542252

Le indagini

Il lavoro dietro la causa è frutto di un’indagine sulle conseguenze per la salute dei minori, peggiorate dalle politiche adottate da Meta per rendere i minori dipendenti dalle piattaforme con tattiche studiate ad hoc. Tutto è iniziato nel 2021, quando è stato svelato un rapporto interno in cui emergevano delle correlazioni sull’uso di Instagram e il peggioramento dei casi di disturbi alimentari tra i minorenni che usavano il social.

Da allora si sono avviati numerosi tentativi a livello federale e statale di far passare leggi per limitare l’accesso dei minori ai social media ed aumentare il livello di controllo sulle politiche di Meta. È tutto scritto nero su bianco nelle 233 pagine del rapporto federale che afferma che ci sono “schemi per ingannare e sfruttare gli adolescenti” raccogliere i loro dati in violazione della legge sulla privacy dei minori.

Repubblica e democratici uniti per la causa

pexels pixabay 159395

È raro che i repubblicani e i democratici siano d’accordo su qualcosa ma in questo specifico caso non solo concordano, ma hanno istituito un fronte compatto per correggere le politiche adottate dal colosso Meta. L’obiettivo di entrambe le fazioni, democratici e repubblicani, è quello “proteggere i loro bambini”. L’attorney general del Colorado, il democratico Phil Weiser ha spiegato: “Potete vedere la collaborazione bipartisan in questo gruppo di procuratori generali” e, l’attorner general della California, Rob Bonta ha aggiunto: “La nostra inchiesta bipartisan è arrivata ad un’importante conclusione: Meta sta mettendo in pericolo i nostri giovani ragazzi, rendendoli assoggettati per ingrossare i profitti dell’azienda”.

La risposta della portavoce di Meta: “Delusa dalla scelta di procedere per vie legali”

pexels pixabay 162622

Delusa da quello che sta accadendo alla società Meta, la portavoce Liza Crenshaw è intervenuta nel dibattito pubblico esperimento dispiacere per il modo in cui gli Stati abbiano deciso di affrontare il problema. “Invece di lavorare in modo produttivo con le società del settore per creare degli standard chiari, appropriati all’età per le molte app usate dai teenager, i procuratori generali hanno scelto di agire per vie legali, sono molto delusa da questa decisione” ha dichiarato la portavoce rompendo il silenzio dell’azienda.

Gli Stati Uniti si muovono in autonomia per varare una nuova legge su privacy e protezione dei minori sulla Rete

Una nuova legge che tuteli la privacy dei minori sulla Rete è ancora lontana. È per questo motivo che alcuni Stati hanno deciso di adottare misure drastiche per “difendere” i loro “bambini” da Instagram e Facebook. L’Arkansas e lo Utah, ad esempio, hanno proibito ai minori di 13 anni di avere accesso ai social media e a quelli sotto i 18 di farlo solo con l’assenso dei genitori. La California, invece, ha varato una legge che obbliga le società tech a controllare i propri prodotti per scongiurare ogni per rischio e costruire strumenti di sicurezza per tutelare la sfera privata dei ragazzi.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo