L’Unione europea e la Gran Bretagna di Keir Starmer sembrano aver intrapreso la strada del riarmo più convintamente di quanto potesse immaginarsi. Dopo un periodo di immobilismo, in cui l’Ue ha faticato a comprendere in che modo agire e come gestire le evoluzioni in corso nel rapporto tra Usa e Russia, la comunità europea procede a passo svelto, nella speranza di recuperare il tempo che finora è stato sprecato.
Il Consiglio europeo straordinario del 6 marzo scorso, concentratosi sulla questione ucraina e sulla costruzione di una difesa europea comune, ha dato inizio alla riflessione sulla possibilità per l’Europa di gestire una missione di peacekeeping in Ucraina a seguito della pacificazione del territorio.
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Keir Starmer ed Emmanuel Macron hanno presentato congiuntamente la proposta, dopo che il presidente francese ormai da settimane ipotizzava la possibilità, parlando di una “coalizione di volenterosi“, che potrebbe assumersi questa responsabilità. Al momento, i due Paesi certi sono dunque la Francia e la Germania, a cui potrebbero unirsi altri Paesi, sia Ue che extra Ue. In questo senso, quindi, sono previsti numerose riunioni per discutere della questione e per comprendere chi possa essere realmente disposto a parteciparvi.
Il prossimo sabato 15 marzo è prevista una videocall, indetta dal governo britannico di Keir Starmer, tra i Paesi disposti a contribuire in varia forma a garantire la pace in Ucraina dopo un eventuale accordo di cessazione delle ostilità con la Russia. Lo ha comunicato Downing Street, che ha anche spiegato che la riunione si svolgerà in base a quanto discusso al vertice di Lancaster House lo scorso 2 marzo e sarà una riunione parallela a quelle che da domani si svolgeranno a Parigi dal presidente Emmanuel Macron.
Difesa, i prossimi passi dei “volenterosi” di Starmer e Macron
La settimana attuale si annuncia fondamentale sul tema della difesa europea e dell’Ucraina. Già domani si svolgerà il vertice tra i capi di Stato maggiore dei Paesi E5, ovvero il cuore della difesa europea, composta da Polonia, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, a cui però potrebbero aggiungersi altri Paesi. In questa occasione, quindi, parteciperà il generale Luciano Portolano, che rappresenterà il nostro Paese e la visione sul tema del governo Meloni.
Il premier non ha avuto problemi ad ammettere il suo scetticismo nei confronti della proposta delle truppe di interposizione in Ucraina, definita inefficace e al momento non discutibile. L’Italia prenderà comunque parte alle discussioni come osservatore, anche per comprendere quali potrebbero essere le forze extra Ue che potrebbero prendere parte alla missione.
Il prossimo mercoledì, poi, si terrà la riunione dei ministri della Difesa, alla quale prenderà quindi parte Guido Crosetto. In questo caso, oltre alla missione di peacekeeping, è possibile che si tratti anche del tema degli investimenti della Difesa, in considerazione del piano ReArm annunciato da Ursula Von der Leyen. Un progetto, che prevede la spesa di 800 miliardi di euro per il rafforzamento dei sistema di difesa europei, che avrebbe spinto anche l’Italia a considerare la sua posizione.
Sembrerebbe, infatti, che lo Stato maggiore italiano stia lavorando ad un piano che prevede l’inserimento di 40mila riservisti da utilizzare prevalentemente nelle emergenze. Un numero che al momento indica un quarto delle forze armate italiane, tra Esercito, Marina e Aeronautica, a cui si aggiungono però 100mila carabinieri.
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