La Spagna scende in piazza dopo la Dana: “Il governatore Mazon deve dimettersi”

La popolazione spagnola avrebbe trovato il suo colpevole. I 220 morti per l'alluvione del 29 ottobre sarebbero stati causati dalle incapacità di gestione del governatore Carlos Mazòn, del Partito Popolare. A Valencia, ma anche a Madrid e in altre città, sono state quindi organizzate manifestazioni al fine di mostrare alle istituzioni la rabbia dei cittadini, abbandonati nel corso di una tragedia

Redazione
5 Min di lettura

Ad undici giorni dalla terribile alluvione che ha colpito Valencia e che ha ucciso ben 220 persone, il popolo della Spagna ha iniziato ad insorgere, chiedendo giustizia e soprattutto risposte per il ritardo con cui l’emergenza meteorologica è stata comunicata ai cittadini. Le immagini delle macchine accartocciate l’una sull’altra, dei fiumi della caratteristica città spagnola divenuti veri e propri fiumi di fango e delle grida di dolore dei famigliari di coloro che sono stati trascinati via dalla potenza dell’acqua non verranno facilmente eliminate dalle menti dei cittadini di tutto il mondo.

L’intero globo ha sofferto con la provincia spagnola ed ora tutti sembrano chiedersi se questa terribile tragedia potesse essere evitabile. Ieri a Valencia le strade ancora inondate di fango si sono riempite di migliaia di persone, unite dal cordoglio per il lutto brutale vissuto dalla città e pronte a chiedere le dimissioni di colui che è ritenuto responsabile di questa tragedia. Nel mirino delle folle spagnole è infatti finito il governatore Carlos Mazòn, del Partito Popolare, di cui sono state chieste a gran voce le dimissioni.

Progetto senza titolo 2024 11 09T224216.044
Un’immagine dalla manifestazione

Sembrerebbe che la popolazione spagnola creda che sia lui ad aver provocato il ritardo dell’allerta meteo ed è stato inoltre duramente criticato per aver raggiunto il giorno dell’alluvione l’unità di crisi con diverse ore di differenza. “Il popolo moriva e Mazon mangiava” è questo uno degli slogan che è stato infatti urlato nel corso della manifestazione. La popolazione sarebbe dunque scesa in piazza sia a Valencia, epicentro della tragedia, sia nella capitale che in altre città spagnole per mostrare sostegno e vicinanza ai cittadini che sono stati colpiti dall’alluvione.

Spagna, tensioni e silenzi nel corso del corteo

Il corteo avrebbe vissuto diverse fasi, quasi a dimostrazione delle differenti reazioni del popolo spagnolo alla terribile tragedia vissuta. Sembrerebbe che la manifestazione sia iniziata all’insegna di un silenzio solenne, una forma di rispetto nei confronti delle 220 vite che sono state spezzate dalla furia del fango e delle intemperie. In poco tempo, però, la situazione si sarebbe scaldata e quella che avrebbe potuto sembrare una veglia si è trasformata in una vera e propria manifestazione contro le istituzioni.

Gli slogan contro il governo e soprattutto contro il governatore Mazon hanno spezzato il silenzio della notte, dimostrando la rabbia e la frustrazione di migliaia di cittadini che ancora devono trovare delle risposte alle perdite subite. I manifestanti avrebbero infatti voluto denunciare la fallimentare gestione” dell’emergenza provocata dalla Dana, accusando la politica spagnola di non aver fatto abbastanza e di non essere intervenuta per tempo, evitando quindi le centinaia di morti.

Progetto senza titolo 2024 11 09T224116.967
Spagna, la folla alla manifestazione

Il timore delle autorità presenti era che la situazione potesse degenerare come avvenuto la scorsa settimana in occasione della visita del primo ministro Pedro Sanchez, di Re Felipe e della Regina Letizia, aggrediti dalla folla a Paiporta e costretti a concludere in anticipo la loro visita. In quell’occasione, nel mirino della folla era finito il primo ministro, accusato di aver lasciato morire 220 persone e di non aver svolto adeguatamente il suo lavoro. Sanchez è stato allontanato dalla folla dopo che un bastone brandito da un manifestante lo aveva sfiorato, ma una delle auto che erano parte della sua scorta è stata distrutta dai cittadini infuriati.

Sembrerebbe che anche nel corso della manifestazione di ieri vi siano stati dei momenti di tensione. Alcuni gruppi di manifestanti avrebbero iniziato a lanciare petardi contro la sede del Comune, mentre un altro gruppo avrebbe lanciato arance e palle di fango contro la sede dell’amministrazione. Sembrerebbe, però, che grazie alle numerose forze dell’ordine dispiegate sia stato possibile riportare velocemente la tranquillità, evitando dunque conseguenze pericolose per i presenti. Come segno di protesta e come immagine della manifestazione sono poi state lasciate decine di paia di scarpe sporche di fango davanti alla sede del governo della Regione.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo