Siria, formato il nuovo governo: “Costruire uno stato forte e stabile”

Il nuovo governo nominato dal presidente ad interim Ahmad al-Sharaa sembra soddisfare le aspettative occidentali: fra i ministri una donna cristiana, un alawita e un druso

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S’instaura ufficialmente un nuovo governo in Siria, dopo il rovesciamento del regime di Assad, avvenuto alla fine dello scorso anno ad opera dei miliziani di Hay’at Tahrir al-Sham (HTS). Dopo la presa del potere da parte dei ribelli, a Damasco una coalizione è stata incaricata di gestire gli affari correnti. Ahmad al-Sharaa, nominato presidente ad interim, durante la cerimonia per il giuramento che si è tenuta ieri sera ha manifestato l’intenzione di “costruire uno Stato forte e stabile“.

Nel nuovo esecutivo vengono confermati i fedelissimi del presidente, che ricoprono posizioni di spicco. Restano ai loro posti i responsabili degli Esteri, Assad al-Shaibani; della Difesa, Murhaf Abu Qasra, e dell’Interno, Muhammad abd al-Rahman. Nella nuova compagine è presente anche una donna cristiana, Hind Kabawat, storica oppositrice del regime, che dirigerà il dicastero degli Affari sociali e del Lavoro. Il capo dell’intelligence generale, Anas Khattab, anch’egli vicino a Ahmed al-Sharaa, è stato nominato ministro degli Interni. L’ex capo dei Caschi Bianchi, i soccorritori siriani che operavano nelle zone ribelli, Raed al-Saleh, viene nominato invece ministro delle Emergenze e dei Disastri.

Siria, quale assetto politico con il nuovo governo?

Il nuovo esecutivo alla guida del Paese, instaurato dopo 14 anni di guerra civile, sarà un governo di transizione. E’ previsto un periodo di assestamento della durata di 5 anni, trascorsi i quali potranno essere indette le elezioni sulla base di una nuova costituzione.

Il gabinetto non avrà un primo ministro, ma, come previsto dal testo costituzionale temporaneo attualmente in vigore, ci sarà un segretario generale a guidare il governo. Al presidente Ahmed al-Sharaa la dichiarazione costituzionale attribuisce pieni poteri
nella formazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, pur pretendendo di rispettare la separazione dei poteri.

La nomina dei ministri, per quanto concerne la composizione del gabinetto, dovrebbe venire incontro alla richiesta da parte della comunità internazionale di un governo “inclusivo”, che rappresenti adeguatamente le diversità etniche e religiose del Paese. E’ da leggere in questa direzione la nomina di Hind Kabawat (che, oltre ad essere la prima e unica donna nominata da al-Sharaa, appartiene alla minoranza cristiana), come anche le nomine dell’alawita Yarub Badr, nominato ministro dei Trasporti, e di Amgad Badr, appartenente alla comunità drusa, che guiderà il ministero dell’Agricoltura.

Secondo quanto riportato da Al Jazeera, l’intento del presidente ad interim sarebbe di “mostrare ai siriani e al mondo che il nuovo governo riflette le diversità della Siria“. La pressione in questo senso da parte della comunità internazionale è arrivata a seguito delle numerose uccisioni di civili alawiti (gruppo minoritario cui appartiene lo stesso Bashar al-Assad).

Nuovo governo siriano salutato da Italia e Arabia Saudita

L‘Italia non ha mancato di esprimere il proprio appoggio al governo siriano appena nominato. In un post su X pubblicato dall’account della Farnesina, il nostro ministero degli affari Esteri ha rivolto il suoi “Auguri di buon lavoro al nuovo Governo siriano“. Nello stesso messaggio si aggiunge, in consonanza con le aspettative degli altri Paesi occidentali, che “L’Italia è pronta a contribuire alla ricostruzione della Siria e a sostenere una transizione pacifica, inclusiva e rispettosa di tutte le comunità, nel quadro del suo impegno per la stabilità della regione“.

Anche l’Arabia Saudita ha accolto con favore la notizia della formazione del nuovo esecutivo, auspicando che possa portare “sicurezza e stabilitànella regione. In una
dichiarazione, il ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha voluto esprimere “i suoi auguri al nuovo governo siriano” che, ha aggiunto, rappresenta una “speranza” per il paese. L’Arabia Saudita è pronta “a cooperare e lavorare con il nuovo governo siriano”. Lo si legge nello stesso comunicato, nel quale si fa riferimento alle “relazioni fraterne e storiche” che caratterizzano i due Paesi.

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