A quasi due settimane dalla caduta del regime di Basher al-Assad e dalla presa di potere del gruppo Tahrir al-Sham, in Siria si comincia a guardare al futuro e a ragionare sulle possibili nuove coalizioni e sui prossimi passi che dovrà compiere il governo che verrà a formarsi. Per il momento non vi sarebbero certezze, eppure il quadro internazionale inizia pian piano a delinearsi. Abu Mohammad al-Jolani, capo del gruppo Hts, avrebbe infatti iniziato a intrattenere rapporti con Usa e Turchia, al fine di comprendere le possibilità del Paese.
Gli Stati Uniti hanno sostenuto di voler prendere in considerazione la possibilità di rimuovere le sanzioni internazionali contro la Siria e di eliminare ed eliminare il nome di Tahrir al-Sham dalla lista delle organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti. Gli Usa hanno poi confermato che nell’attacco portato avanti ieri nella provincia di Deir Ezzor, è stato ucciso un leader del gruppo dell’Isis, insieme ad un suo collaboratore.
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Anche il presidente turco Erdogan si è detto favorevole all’eliminazione delle sanzioni imposte alla Siria a causa del regime di Basher al-Asssad, sottolineando come al-Jolani stia tentando di intrattenere rapporti con numerosi altri capi di governo mondiali. Il leader di Ankara ha quindi ricordato come gli altri Paesi dovranno contribuire alla ricostruzione della Siria, così che i suoi cittadini possano tornare ad una vita il più normale possibile. “Devono essere create rapidamente nuove case e nuove opportunità di lavoro“, ha infatti sostenuto Erdogan.
Siria: “Sullo Stato islamico deciderà il popolo“
La Turchia è dunque pronta a collaborare con il nuovo governo che si formerà in Siria, nella consapevolezza di voler supportare un passaggio di poteri che sia pacifico e aperto al dialogo. al-Jolani, trattando proprio della formazione del nuovo governo, ha confessato che le elezioni potranno essere attuate solamente a seguito di un censimento della popolazione.
L’obiettivo, infatti, come spiegato dal leader di Hts al Tg1, è quello di contattare la comunità siriana che si trova all’estero perché “metà della popolazione della Siria vive all’estero e la maggior parte di chi è all’estero non ha legami giuridici con la madrepatria perché il regime precedente negava questa possibilità“. Sulle possibili nuove forme di governo da adottare nel Paese, invece, al-Jolani sembra avere le idee molto chiare, in quanto convinto che debba essere il popolo a decidere quale sarà il suo futuro.
Il leader siriano ha chiarito quali saranno i passaggi che precederanno quindi le elezioni. “Dopo questa prima fase di passaggio di poteri, ci occuperemo del congresso nazionale generale, dove verranno create delle commissioni costituzionali con degli esteri che decideranno la giurisdizione del Paese e che forma avrà lo Stato“. Solo a questo punto, dunque, sarà possibile garantire le condizioni per procedere con le elezioni politiche.
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