L’Assemblea legislativa di Città del Messico ha preso le distanze dalla Corrida, l’antica forma di tauromachia, approvando con 61 voti favorevoli, uno contrario e nessun astenuto una norma che la renderebbe meno crudele nei confronti degli animali. L’iniziativa presentata dalla sindaca Clara Brugadalo voleva promuovere uno “spettacolo taurino libero dalla violenza”.
Secondo la nuova norma è considerato illegale uccidere i tori, usare oggetti taglienti che potrebbero provocare danni agli animali e viene sancito il limite di 10 minuti per la permanenza dei tori all’interno dell’arena e l’uso di protezioni sulle corna per evitare lesioni. La notizia è stata accolta positivamente dagli animalisti e dal deputato del Partito ecologista verde messicano Jesus Sesma, che definisce questa norma come “un punto di svolta nell’evoluzione degli esseri umani”.
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Eppure non tutti sono contenti: i toreri e gli amanti della tradizione sono rimasti indignati dalla decisione. “Vengono calpestati i diritti di molte persone, è una vergogna”, ha sostenuto l’ex matador Jose Aquilino all’agenzia AFP. A seguire le dichiarazioni della torera Marbella Romero secondo cui il Messico “sarebbe morto senza le sue tradizioni” e che “migliaia di persone possono mangiare e vivere grazie alla corrida”. In molti si sono riuniti fuori dall’Assemblea comunale per protestare contro la nuova norma. Si contano già un agente ferito e tre persone arrestate.
Non solo Città del Messico, qual è la storia della Corrida
La corrida è un tipo di tauromachia di antica origine, risalente all’epoca degli antichi Greci, degli Etruschi e dei Romani. La sua forma attuale è nata in Spagna nell’XXI secolo e si è successivamente diffusa in Portogallo, Francia del sud e America Latina.
La corrida si articola in tre parti: tercio de varas, tercio de banderillas e tercio de muleta. I tori provengono tutti da allevamenti specializzati (ganaderías), situati nelle zone spagnole dove la tradizione è più forte, l’Andalusia e l’Estremadura. Durante lo spettacolo sono tre le figure fondamentali: i picadores, i cavalieri che hanno il compito di indebolire il toro utilizzando una pica, i matadores, ossia i toreri che hanno il compito di uccidere l’animale, e i banderilleros, che eseguono gli ordini dei matadores.
Durante la prima parte dello spettacolo (tercio de vares), il matador e i banderilleros incitano il toro a caricare ripetutamente la tradizionale cappa rossa per poi condurlo dal picador, che lo colpisce svariate volte dietro il collo. Nella seconda fase, i banderilleros e il matador iniziano a colpire il dorso dell’animale con un’asta di legno. Nell’ultimo atto, il matador, dopo aver portato allo sfinimento il toro, sferra il colpo mortale con una spada.
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