La procura di Mosca ha richiesto una pena detentiva di quasi tre anni per il dissidente russo Oleg Orlov accusato di vilipendio per le forze armate per essersi espresso contro l’invasione in Ucraina, in virtù di una legge bavaglio che vieta di criticare l’invasione dell’Ucraina. Orlov è fondatore e co-presidente del gruppo per i diritti umani Memorial che è stato chiuso dalla Corte suprema nel febbraio 2022 e nello stesso anno insignito del premio Nobel per la pace.
Russia, condanna per Oleg Orlov
Alla gogna un altro oppositore al regime autocratico di Putin che rischia di finire in carcere per 2 anni e 11 mesi. Il nuovo processo è iniziato all’inizio di questo mese, un altro passo in una incessante repressione del dissenso che il Cremlino ha intensificato dopo l’invio di truppe in Ucraina nel febbraio 2022.
Ad Oleg Orlov era già stato imputato il pagamento di una multa di 150mila rubli, ma l’accusa ha presentato un ricorso contro la multa e ha richiesto un pena più dura. Queste accuse risalgono a quando Orlov pubblicò su Facebook un articolo che aveva scritto in cui denunciava l’invasione dell’Ucraina. Il movente dell’accusa contro dell’attivista per i diritti umani era “l’odio politico e ideologico nei confronti della Federazione Russa, che ha cercato di trasmettere a quante più persone possibile”, secondo quanto riporta il quotidiano indipendente russo Mediazona.
Russia, Oleg Orlov legge Kafka al processo
Cosi la procura di stato ha chiesto che il copresidente di Memorial fosse condannato a due anni e 11 mesi in una colonia del regime per l’accusa di “screditamento” dell’esercito che viola la parte 1 dell’articolo 280.3 del il codice penale.
All’udienza Orlov ha portato “Il processo” di Franz Kafka – in riferimento all’assurdità del suo processo come quello del protagonista del libro- e nell’aula del tribunale di Mosca, ha letto un pezzo del romanzo e poi si è rifiutato di prendere parte al procedimento penale:”Mi sono rifiutato di prendere parte attiva al processo in corso contro di me, che per fortuna mi ha dato la possibilità di rileggere “Il Processo” di Franz Kafka durante le udienze. La nostra situazione ha davvero qualcosa in comune con la situazione in cui è finito il protagonista di Kafka: assurdità e tirannia travestite da adesione formale ad alcune procedure pseudo-legali” ha affermato durante il processo, secondo quanto riportano le dichiarazioni di Human Rights Watch.
