Stefano Guidotti è stato aggredito e rapito a scopo di estorsione la mattina del 28 giugno, mentre si trovava nel centro di Mosca, per poi essere liberato tre giorni dopo nella Regione di Bryansk, a 400 chilometri dalla Capitale. Dopo quasi cinque mesi di indagini, sembrerebbe che oggi i Ros dei carabinieri e il Servizio centrale operativo della polizia stiano procedendo con una serie di misure cautelari, il cui numero non è ancora stato specificato.
Alle 11 si terrà una conferenza stampa in Procura a Bologna, dove il procuratore facente funzioni Francesco Caleca e la pm della Dda Beatrice Ronchi, illustreranno nel dettaglio le attività di indagine, così da fare chiarezza in un caso che fino ad oggi è rimasto un vero e proprio mistero. Sono ancora molti, infatti, i dettagli da scandagliare per comprendere cosa sia accaduto nelle 36 ore del sequestro e soprattutto in che modo i rapitori fossero venuti a conoscenza della permanenza in Russia di Guidotti.
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Chi è Stefano Guidotti
Il protagonista del rapimento è un manager dell’azienda Siad in Russia e lavora nell’ufficio di rappresentanza del gruppo italiano che si occupa della produzione di gas tecnici industriali. Sembrerebbe, secondo le ricostruzioni delle autorità che Guidotti, di 56 anni, sia stato aggredito sul viale Sadovaya-Triumfalnaya di Mosca e poi spinto contro la sua volontà di un’auto Bmw che ha poi fatto perdere velocemente le sue tracce. Al momento non si avrebbero altre notizie certe sul caso.
(Articolo in aggiornamento)
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