Il leader russo insieme ai governatori delle quattro regioni annesse: “Kiev smetta con la violenza e riapriamo i negoziati”
“E’ rinata la Grande Russia, vorrei che l’Occidente ci ascolti”. Vladimir Putin torna a sfidare non solo l’Europa ma il mondo intero, dopo l’annessione di quattro regioni dall’Ucraina. Insieme a lui i leader filorussi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, e delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
Firma sui trattati di annessione e poi la promessa: le regioni appena annesse verranno protette usando “tutti i mezzi disponibili”, invitando “il regime di Kiev a cessare immediatamente le ostilità e tornare al tavolo dei negoziati“. Secondo Putin “l’annessione è il frutto della volontà popolare, loro diritto inalienabile, sancito dal primo articolo della Carta delle Nazioni Unite, che parla direttamente del principio della parità dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli. Le persone che vivono in queste regioni diventano nostri cittadini per sempre. Voglio che mi sentano all’Ovest. Le persone nel Donbass sono state oggetto di genocidio”.
Poi un nuovo affronto all’Occidente, parlando di “cultura russa contro il satanismo”, il “terzo sesso è inaccettabile in Russia, ma il crollo dell’egemonia occidentale è iniziato ed è inevitabile”. Infine sulle sanzioni: “Gli Stati Uniti pretendono da Italia, Germania, Francia e altri Paesi europei nuove misure contro la Russia, che danneggiano l’economia europea. Molti politici obbediscono, docili, la conseguenza è la de-industrializzazione dell’Europa”.
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