Le personalità politiche di tutto il mondo hanno espresso il loro cordoglio per la morte di papa Francesco, avvenuta nella prima mattinata di ieri, 21 aprile. I messaggi di condoglianze sono arrivati da capi di Stato e autorità di ogni dove, molti dei quali assisteranno ai funerali del 26 aprile: tra questi Donald Trump, Zelensky, Macron, Von der Leyen.
A far discutere in questo clima è stata la scelta del ministro degli esteri israeliano Israel Katz, che avrebbe imposto la cancellazione dei messaggi di cordoglio per il pontefice pubblicati sugli account X delle ambasciate. A riportare la notizia è stato il sito di news Ynet, che ha anche riportato il contenuto del messaggio: “Riposa in pace, Papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione”. I post sarebbero stati cancellati poche ore dopo la pubblicazione e, stando a quanto riportato da Ynet, l’indicazione sarebbe stata trasmessa a tutte le ambasciate senza ulteriori spiegazioni.
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Sempre secondo quanto riportato dalla testata israeliana, la decisione sarebbe stata criticata da molti ambasciatori, che avrebbero protestato esplicitamente. Molti di questi, che avrebbero espresso il loro dissenso in dei gruppi whatsapp interni al ministero degli Esteri, hanno sottolineato come questa mossa si ripercuoterebbe negativamente sull’immagine di Israele nel mondo.
Il governo sceglie invece la via del silenzio, con Netanyahu che ha deciso di non fare alcun tipo di dichiarazioni, contrariamente a molti dei suoi omologhi. “Abbiamo reagito alle parole del Papa contro Israele durante la sua vita, non parleremo dopo la morte“. Queste le parole di un funzionario degli esteri, riportate da Ynet.
Il riferimento è chiaramente alle tensioni tra il pontefice e lo Stato ebraico, dovute alle occasioni in cui il papa ha invocato più volte la fine della guerra sottolineando la situazione terribile in cui versa la Striscia di Gaza. “Abbiamo cancellato un semplice e innocente tweet che esprimeva le condoglianze di base, chiaramente a causa delle critiche del Papa a Israele per la guerra a Gaza“, così un diplomatico ha commentato la decisione presa dal ministero degli esteri.
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