La riapertura della cattedra di Notre Dame a Parigi, dopo l’incendio che cinque anni fa rischiò di distruggerla, si potrebbe trasformare in un improvviso vertice tra leader, con risvolti inattesi. Alle 19 di oggi, infatti, numerosi capi di Stato e di governo mondiali metteranno piede all’interno dell’edificio ristrutturato e avranno poi la possibilità di affrontarsi e di discutere alcune tematiche fondamentali riguardanti l’attualità.
Uno dei colloqui più probabili e più attesi riguarderebbe il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Si tratterebbe infatti della prima volta in cui i due avranno la possibilità di interloquire da quando il tycoon ha ottenuto la nomina di 47esimo presidente degli Stati Uniti. Al momento non è chiaro come sarà gestita la logistica dell’evento. Sembrerebbe, però, che la maledizione del maltempo continui a colpire Parigi.
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Dopo le Olimpiadi dello scorso giugno, rese ben più complesse dai temporali che si verificarono in quel periodo, anche la riapertura di Notre Dame sarà accompagnata da pioggia scrosciante e vento forte. Nella consapevolezza di ciò, è stato deciso di spostare la cerimonia all’interno della struttura, così da evitare che i numerosi ospiti siano costretti a subire le intemperie parigine.
Il trilaterale tra Macron, Zelensky e Trump
Poco prima dell’arrivo a Notre Dame, il presidente Emmanuel Macron ha accolto all’Eliseo Volodymyr Zelensky e Donald Trump per dare avvio ad un trilaterale i cui temi non sono ancora stato rivelati. Sembrerebbe che il francese e lo statunitense abbiano avuto prima un incontro privato, per poi unirsi al leader ucraino. I due, davanti ai giornalisti, si sono scambiati una stretta di mano e un abbraccio, scambiandosi sorrisi che hanno lasciato intendere la presenza di buoni rapporti tra i due.
“Il mondo sembra essere un po’ impazzito di recente“, ha dichiarato il presidente degli Usa, sottolineando di voler affrontare la questione con il presidente francese, con il quale ha dichiarato di avere “rapporti eccellenti“. Macron, a sua volta, ha ricordato la “solidarietà” espressa dall’allora presidente Usa Trump in occasione dell’incendio alla Cattedrale di Notre Dame a Parigi. I due saranno seduti vicini nel corso della cerimonia, a poche sedute di distanza dal Presidente italiano Sergio Mattarella.
Parigi, chi sono gli ospiti di Macron
Sono numerosi i nomi di coloro che hanno ricevuto l’invito del presidente francese Emmanuel Macron per assistere alla tanto attesa riapertura della cattedrale di Notre Dame a Parigi. Per l’Italia saranno presenti la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come confermato ieri da Palazzo Chigi, e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si contano poi i nomi di altri 40 capi di Stato e di Governo, tra cui Trump, Zelensky, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il croato croato Zoran Milanovic, il bulgaro Roumen Radev, l’estone Alar Karis, il finlandese Alexander Stubb, il lituano Lituanien Gitanas Nauséda e numerosi leader africani.
Tra i grandi assenti della giornata figurano invece il presidente Usa Joe Biden, che sarà sostituito da sua moglie Jill, e la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Sull’assenza della tedesca sono molte le voci in circolazione. Secondo la linea ufficiale, la presidente non avrebbe dovuto partecipare sin dall’inizio, ma vi sarebbe stato un errore di comunicazione da parte di Palazzo Berlaymont. C’è però chi insinua che invece la mancata partecipazione sia dovuta all’approvazione da parte dell’Ue dell’accordo Mercosur che avrebbe non poco indispettito Parigi.
Per quanto riguarda i nomi reali, sembrerebbe che all’inaugurazione saranno presenti Philippe e Mathilde del Belgio e il Principale Alberto di Monaco. Per quanto riguarda la famiglia reale inglese, invece, il rappresentante sarà il principe William, che farà le veci di suo padre Re Carlo. Stavolta, però, l’erede al trono raggiungerà Parigi da solo, senza l’accompagnamento di sua moglie Kate.
Parigi, le speranze dell’incontro tra Zelensky e Trump
L’evento di oggi potrebbe essere l’occasione ideale per il leader ucraino di intercettare e affrontare il prossimo presidente Usa. Si tratterebbe del primo colloquio tra i due dallo scorso settembre, quando però non vi era ancora la certezza del vincitore delle elezioni americane. Sembrerebbe che lo staff del presidente di Kiev sia al lavoro da settimane per riuscire a mettersi in contatto con alcuni fedelissimi del tycoon. Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andrii Yermak, è infatti negli Usa insieme al viceministro della Difesa Serhii Boiev, allo scopo di incontrare il vicepresidente eletto JD Vance e Mike Waltz, eletto a Consigliere per la Sicurezza nazionale.
Al centro dell’incontro, secondo quanto dichiarato dai due Paesi, non vi sarebbero stati i colloqui di pace tra Russia e Ucraina, ma in generale l’analisi delle condizioni in cui versa il Paese. Sembrerebbe, poi, che Yermak e Boiev abbiano presentato un quadro generale della strategia di difesa del Paese, mentre i due americani sarebbero rimasti principalmente in una “modalità d’ascolto“.
C’è quindi la possibilità che anche l’incontro di stasera tra Trump e Zelensky segua un’impostazione simile, anche se dagli Usa continuano a giungere pressioni affinché la leva militare in Ucraina inizi a prendere in considerazione anche ragazzi più giovani. Una possibilità che Zelensky vorrebbe evitare, ma su cui Washington avrebbe una visione piuttosto chiara: “Sulla mobilitazione ci sono scelte dure da compiere ma andranno compiute“.
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