La Francia insiste sul controllo del Niger, cautela americana

L'Europa, in particolare la Francia, ha avviato le operazioni di rimpatrio dei propri cittadini presenti in Niger. La calma attuale, infatti, non convince gli stati, spaventati dai possibili scontri dovuti all'ultimatum dell'Ecowas

Carlotta Desirello
4 Min di lettura

L’ombra dei possibili scontri in Niger spaventa l’Europa che si sta muovendo per portare “in salvo” i propri cittadini presenti nel paese. Con la Francia che ha fatto d’apripista, anche Germania, Spagna e Italia si sono mosse per mettere al sicuro da ogni rischio i propri abitanti, considerando, soprattutto, l’ultimatum che i golpisti hanno ricevuto dall’Ecowas. Un esodo appoggiato in primis da una popolazione che mai ha realmente accettato il controllo francese.

Niger, l’ultimatum dell’Ecowas e il rischio di scontri

I francesi presenti in Niger sono 600, con lo stato transalpino che si sta muovendo per riportarli in Europa il prima possibile. Tre sono gli aerei militari inviati dalla Francia per il rimpatrio, su base volontaria, non solo dei propri cittadini, ma in generale di tutti gli europei. La Germania ha già invitato i tedeschi ad unirsi all’operazione, mentre Italia e Spagna hanno mobilitato mezzi propri.

Alla base di questa azione da parte degli stati europei c’è la chiusura dello spazio aereo da parte dei golpisti, ma anche, soprattutto, la minaccia di scontri e violenze che si preannunciano nel paese. Tra i vari inviti a ristabilire il regime democratico di Bazoum spicca l’ultimatum della Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), che ha dato come termine ultimo la prossima domenica per ripristinare l’ordine costituzionale.

Pronta è stata la risposta dei vicini Mali e Burkina Faso: “Se Ecowas interviene è una dichiarazione di guerra”. Parole che alimentano ancora di più la paura che il Niger diventi territorio di violenza.

Niger
Niger

Niger, il controllo della Francia

Nonostante il rimpatrio cautelare, la Francia non ha intenzione di arrendersi alla perdita del controllo nel Niger. Per i 1500 soldati, infatti, non è previsto il rientro in Europa. Una situazione che, però, risulta stretta ai nigeriani, che hanno protestato a più riprese contro la presenza francese nel paese, durante le manifestazioni filorusse.

La cautela degli USA e la posizione dell’Ucraina

Alla paura riguardo ai possibili scontri, si contrappone la calma, almeno apparente, che si vive al momento in Niger. Un quadro confermato anche da Emilia Gatto, ambasciatrice italiana: “La situazione è ancora tranquilla. La sede diplomatica rimarrà aperta e operativa”.

Gli USA, forti di questa calma, hanno optato per la cautela, come dichiarato da John Kirby: “Siamo a conoscenza degli sforzi della Francia e di altre nazioni europee per evacuare i loro cittadini, anche se non abbiamo indicazioni di minacce verso gli americani. Invitiamo le autorità a favorire le evacuazioni”.

Una posizione non condivisa dall’Ucraina, convinta dell’ombra della Russia dietro il colpo di stato. “Il sostegno espresso ai ribelli dai rappresentanti del Mali filorusso e del Burkina Faso non fa che aumentare la convinzione che la Russia abbia un piano globale per provocare instabilità volta a minare l’ordine di sicurezza globale” sono le parole di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky.

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