Novità a New York City, dove verrà introdotta una tassa sul traffico, dopo che la Grande Mela è stata considerata l’area urbana più congestionata del mondo. Nel momento in cui entrerà in vigore la misura, la zona a sud di Central Park, includendo l’Empire State Building, Times Square e il distretto finanziario intorno a Wall Street, sarà sottoposta alla tassazione. L’obiettivo è diminuire il traffico di queste aree, più soggette ad essere frequentate e di conseguenza intasate.
Stando a quanto emerso, sembrerebbe che gli automobilisti pagheranno una tariffa di 9 dollari al giorno nelle ore ritenute di punta per il traffico, e 2,25 dollari per transitare nelle altre ore. Per quanto riguarda invece i piccoli camioncini e i bus la tassa imposta sarà di 14,40 dollari nelle cosiddette rush hours, da cui vengono però esclusi i pendolari. I camion di maggiore portata e i bus turistici dovranno versare un sostanzioso importo di 21,60 dollari.
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New York, la rivolta per la tassa sul traffico
La tassa sul traffico nella Grande Mela non è stata però ben accetta. Infatti, i cittadini di New York sono già in rivolta per tentare l’abolizione. L’attuale governatrice dem Kathy Hochul è quindi divenuta il centri di ogni sorta di polemica e malcontento, tanto da trovare in assoluta opposizione Phil Murphy, suo collega e compagno di partito del confinante New Jersey.
Questo ha impugnato il provvedimento con il sostegno del sindacato degli insegnanti che si è già rivolto al tribunale. Tale associazione rappresenta un appoggio assicurato oltre ad essere un alleato chiave dei democratici newyorkesi. Ovviamente, Hochul si trova contro anche il presidente eletto Donald Trump che ha espressamente promesso di revocare la tassa immediatamente dopo il suo insediamento, oltre ai repubblicani che voglio agire al Congresso.
Come ogni situazione di insoddisfazione espressa dai cittadini in genere, la governatrice dem rischia insieme al suo partito di perdere credibilità e consensi nelle prossime elezioni. Tra l’altro si tratterebbe di un momento cruciale in cui potrebbero pesare anche i vari scandali che hanno avvolto Eric Adams, sindaco di New York.
Per giustificare l’introduzione della tassa sul traffico, è stato dichiarata l’intenzione di voler migliorare la qualità dell’aria newyorkese e di guadagnare fondi per ristrutturare la rete di trasporto pubblico e urbano che risulta essere sempre più in rovina. Il problema però riguarda anche la “pretesa” di chiedere ai cittadini ulteriori soldi da spendere in una città che è in costante crescita in fatto di costo della vita.
Secondo un rapporto presentato da Inrix, una società di analisi dei dati sul traffico, è emerso che nel primo trimestre del 2024, nelle ore di punta del mattino, i veicoli nel centro di Manhattan viaggiavano a una velocità di 17 chilometri orari per l’intenso traffico. Un vero e proprio record che ha fatto posizionare New York al primo posto come l’area urbana più intasata di traffico per il secondo anno consecutivo.
La domanda a questo punto sorge spontanea. Il modello newyorkese, nel caso in cui dovesse funzionare, potrebbe essere rimodulato su grandi città italiane, come Roma e Milano? E soprattutto, come reagirebbero i cittadini italiani di fronte ad una nuova tassazione?
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