Netanyahu insiste: “Liberare subito 33 ostaggi vivi” nei colloqui a Doha

Hamas ha annunciato formalmente la sua assenza ai negoziati di Doha, accusando Israele di voler sfruttare i nuovi colloqui per imporre condizioni favorevoli e compiere ulteriori massacri

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Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha approvato la partenza della delegazione negoziale per Doha con un mandato chiaro: ottenere la liberazione immediata di 33 ostaggi vivi nella prima fase dell’accordo, rifiutando le speculazioni che suggerivano un rilascio di 18 ostaggi e la restituzione di 15 corpi.

La delegazione israeliana è composta dal capo del Mossad, David Barnea, dal direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, e da Nitzan Alon, responsabile per i soldati dispersi e i rapiti dell’IDF. Tuttavia, la presenza del consigliere politico di Netanyahu, Ofir Fleck, ha suscitato tensioni, come in precedenti missioni.

Hamas ha annunciato formalmente la sua assenza ai negoziati di Doha, accusando Israele di voler sfruttare i nuovi colloqui per imporre condizioni favorevoli e compiere ulteriori massacri. Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas, ha dichiarato che il gruppo potrebbe prendere in considerazione nuove consultazioni dopo il 15 agosto. Tuttavia, resta aperta la possibilità che Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas e residente a Doha, possa partecipare, mantenendo aperti i canali con Egitto e Qatar.

L’assenza di Hamas è stata motivata anche da un recente attacco israeliano a una scuola nella Striscia di Gaza, che ha causato la morte di circa 100 persone. Questo evento ha riacceso le tensioni e ha portato Hamas a insistere sull’implementazione del piano in tre fasi proposto da Joe Biden, rifiutando nuovi negoziati con Israele.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso preoccupazione per la crescente difficoltà di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco in Medio Oriente, ma ha ribadito il suo impegno nei confronti dei negoziati. Gli Stati Uniti hanno anche approvato un pacchetto di aiuti militari per Israele, del valore di 20 miliardi di dollari, destinato all’acquisto di jet F-15 e munizioni per carri armati, con l’obiettivo di rafforzare la capacità difensiva di Israele contro possibili minacce iraniane.

L’Iran ha fatto sapere che solo una tregua a Gaza potrebbe impedire un’offensiva contro Israele, mentre Hamas ha espresso sfiducia nella capacità degli Stati Uniti di mediare, affermando che parteciperà ai negoziati solo se saranno basati su meccanismi concreti e un calendario preciso.

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