Nato, l’olandese Mark Rutte è il nuovo Segretario Generale

L'ex premier olandese ha dichiarato che lavorerà "per mantenere la Nato forte", con l'Ucraina che resta una priorità, insieme alla difesa e alla deterrenza

Redazione
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Da oggi la Nato ha un nuovo Segretario Generale: è Mark Rutte, ex primo ministro olandese in carica per 14 anni. Prende il posto del norvegese Jens Stoltenberg, rimasto per dieci anni a capo dell’Alleanza, che sull’olandese ha dichiarato: “Ha le
qualità e l’esperienza per svolgere davvero il suo lavoro in modo eccellente”.

Il post su X della Nato

L’ex premier olandese ha dichiarato di non vedere l’ora di cominciare e ha promesso che farà del suo meglio affinché “il l legame transatlantico resti solido come una roccia. Sono determinato a lavorare per mantenere la Nato forte”. Ha inoltre sottolineato che alla Nato “servono più forze, capacità, innovazione”. Per lui i tre i punti cruciali in questo momento per l’Alleanza sono l’Ucraina in primis, poi la difesa e la deterrenza, perché si deve spendere di più, e infine la costruzione “sulle partnership Nato che sono state stabilite nel corso degli anni, anche in Estremo Oriente”.

Le sfide del nuovo vertice Nato

Il cambio di timone avviene in un momento di forte incertezza, caratterizzato dalla guerra tra Ucraina e Russia e dalle elezioni americane. Riguardo al conflitto, Rutte dovrebbe mantenere l’essenziale sostegno militare occidentale ai massimi livelli sull’Ucraina in guerra e ha affermato che “bisogna aumentare il nostro sostegno all’Ucraina e portarla sempre più vicina alla Nato”.

Il sostegno all’Ucraina, però, potrebbe venire ostacolato dalla vittoria del repubblicano Donald Trump alle presidenziali Usa, che sono la potenza militare principale nell’Alleanza. Infatti ora l’ex presidente avrebbe più governi amici – Ungheria, Italia, Paesi Bassi – rispetto al 2016 in cui era isolato in Europa. E in questo contesto il rapporto con Kiev potrebbe essere compromesso, dato che questi paesi sono scettici sul sostegno all’Ucraina e alcuni sono vicini alla Russia.

Comunque il nuovo leader Nato non appare preoccupato delle elezioni Usa, dato che ha dichiarato di conoscere “bene entrambi i candidati”. Riguardo a Trump “ci ha spronato a spendere di più, e lo abbiamo fatto, e ci ha spinto anche sulla Cina, ed aveva ragione”. Mentre su Kamala Harris ha sottolineato il suo passato fantastico da vicepresidente e il fatto che è una leader molto rispettata. “Quindi sarò in grado di lavorare con entrambi, qualunque sia l’esito del voto”.

La sfida di Rutte è anche quella di garantire che la Nato sia pronta a fronteggiare la minaccia russa, in conformità con i suoi piani di difesa adottati nel 2023. Questi mostravano che gli Alleati avevano una carenza rispetto la capacità di difesa antiaerea o di produzione di artiglieria dopo anni dei tagli ai bilanci militari. Solo 23 dei 32 Paesi dell’Alleanza hanno raggiunto l’obiettivo fissato dieci anni fa di destinare almeno il 2% del loro Pil alla spesa militare. Su questi temi gli Alleati sono molto divisi e Rutte deve quindi cercare di tenerli insieme.

Sulla situazione in Libano, il nuovo leader ha dichiarato che, nonostante la Nato non abbia un ruolo specifico in Medio Oriente, si stanno seguendo da vicino le vicende e ha dichiarato che come Alleanza, “stiamo in contatto costante con tutti i nostri partner. E naturalmente, speriamo che le ostilità cessino il prima possibile”. Il segretario uscente, Jens Stoltenberg, aveva confessato la profonda preoccupazione per la guerra mediorientale “e quindi sosteniamo gli sforzi degli alleati della Nato per trovare un modo per de-escalation e trovare una soluzione politica, sia per le ostilità in corso a Gaza sia per la situazione in Libano”.

Chi è Mark Rutte

Classe 1967, l’olandese liberale Mark Rutte, già manager della multinazionale Unilever, è stato per 14 anni consecutivi primo ministro dei Paesi Bassi, dal 2010 al 2024. È il quarto olandese a ricoprire la carica di segretario generale e a Bruxelles è di casa, perché nel Consiglio Europeo, dove insieme all’ungherese Viktor Orban era il leader con la maggiore anzianità di servizio, era noto per la padronanza dei dossier. Fortemente atlantista, è soprannominato ‘Teflon’, per la sua abilità nel superare qualsiasi crisi politica, grazie alla sua abilità nella mediazione. Considerato un costruttore di consenso e un tessitore di coalizioni, impersonifica tutte le qualità necessarie per svolgere il ruolo di segretario generale della Nato.

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