Addio a George Foreman: morto a 76 anni lo sfidante di Muhammad Ali nel “Rumble in the Jungle”

Da un'infanzia difficile e costellata da piccoli reati, Foreman riesce a farsi strada nella Hall of Fame del pugilato, arrivando a confrontarsi con Muhammad Ali. La sconfitta lo convincerà poco dopo a ritirarsi, per poi tornare in gara 10 anni dopo e riuscire a vincere il titolo

4 Min di lettura

All’età di 76 anni è venuto a mancare George Foreman, pugile e campione mondiale dei pesi massimi che salì sul ring per disputare un incontro memorabile nel mondo della boxe, insieme a Muhammad Ali. La notizia è stata diffusa dai suoi famigliari in una nota, in cui Foreman viene descritto come “un uomo dalla grande umanità, profondamente rispettato, un uomo di disciplina, convinzione e un protettore della sua eredità“.

Un messaggio colmo di affetto, dedicato ad un personaggio ancora difficile da inserire in contorni netti, vista la sua particolarità e la lunga carriera all’interno dei ring statunitensi. Sfidò da giovanissimo alcuni dei più grandi nomi del pugilato Usa, riuscendo a portare a casa successi degni di nota, che hanno accresciuto la sua fama e la notorietà delle sue capacità.

Nella storia è però rimasto il match con Muhammad Ali, all’epoca campione imbattuto del ring dei pesi massimi, che prese il nome di “Rumble in the jungle“. Nonostante un inizio florido, in cui Foreman sembrava pronto ad avere la meglio, Ali è riuscito ad atterrarlo e quindi a mantenere il titolo intatto e a non lasciarsi intimidire dalle nuove leve del pugilato.

La vita di George Foreman: dagli scontri in strada ai ring di tutto il mondo

Nato a Marshall, in Texas, nel 1949, George Foreman vive un’infanzia travagliata, costellata dalle lotte con i bulli e dalla consapevolezza che l’unica strada a lui riservata era quella di divenire a sua volta un delinquente, lasciandosi coinvolgere in furti e spesso trovandosi a dover fare i conti con la polizia. Un cambio drastico della sua esistenza arriva con l’abbandono della scuola a 16 anni e con l’iscrizione al corpo di lavoro locale. Durante una sessione, vede in televisione l’incontro tra Muhammad Ali e Floyd Patterson e si appassiona al pugilato.

Poco più di un anno dopo aver vinto il suo primo incontro da dilettante, Foreman vinse il diritto di rappresentare gli Stati Uniti alle Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Riuscì a battere Ionas Chepulis e ad aprirsi la strada ad un’importante carriere da pugile. In tre anni conquista 34 vittorie e 3 sconfitte, riuscendo anche a battere con il campione in carica Frazier in Giamaica.

L’unico scoglio da superare per riuscire a raggiungere l’apice del mondo del pugilato era battere Muhammad Ali. Uno degli incontri più attesi di sempre, destinato a rimanere scolpito nelle menti degli appassionati della disciplina e purtroppo conclusosi con la sconfitta di Foreman. Da quel momento, la sua carriera subisce un tragico ridimensionamento, tanto da spingerlo al ritiro nel 1977. Solo 10 anni dopo, Foreman decise di risalire sul ring e in tre anni riesce a guadagnare il titolo, alla veneranda età di 45 anni.

Dopo aver definitivamente appeso i guantoni al chiodo, il pugile riesce a dare una nuova svolta alla sua vita, divenendo sponsor e investitore di una particolare specie di griglia, che venderà in tutto il mondo, aumentando vertiginosamente il suo patrimonio. Foreman diviene quindi il volto del prodotto, avendo raccontato che il suo ritorno e il suo successo sul ring sono dovuti proprio all’alimentazione bilanciata da lui seguita.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo