La cocaina colombiana un mito da sfatare: il mercato sta cambiando

La Colombia dopo Pablo Escobar non è più la stessa. Il rapporto "NarcoFiles" rivela mercato nel Paese è in calo ed emergono altri attori mondiali che operano nel mondo della droga

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Anche se oggi è Natale in Colombia non nevica più come una volta: il mercato della cocaina sta mutando rapidamente. Anche se è ancora il Paese maggior produttore di droga al mondo stanno emergendo altri attori importanti che le stanno facendo perdere non pochi guadagni e, secondo le voce di alcuni esperti, potrebbero spodestarla dal trono dei magnati della droga globale in tempi brevi.

NarcoFiles

Questo quadro è emerso dai dati contenuti in un enorme rapporto chiamato “NarcoFiles” basato su tantissimi file ottenuti attraverso il lavoro di numerosi hacker. Il documento conterrebbe la mappa le reti di produzione e traffico di cocaina in tutto il mondo.

Secondo le Nazioni Unite, nel 2022 la Colombia ha stabilito un nuovo record nella coltivazione di foglie di coca, con 230.000 ettari piantati e 1.738 tonnellate di cocaina prodotte. Ma non sono i soli a raggiungere numeri da capogiro in termini di narcotraffico. Tra i nuovi competitor troviamo gruppi di messicani, albanesi, brasiliani, ecuadoriani e israeliani che si stanno affermando sul mercato a livello mondiale.

Jaccard: “Il mercato sta cambiando”

A lavorare sull’immensa mole di dati un team di composto da circa 100 giornalisti che hanno letto, analizzato tutti e sette milioni di e-mail e 38.000 file, resi disponibili dal gruppo Guacamaya, che nel 2022 ha violato le agenzie di sicurezza di Paesi come Messico, Cile, Perù, El Salvador e Colombia.

Tra questi Nathan Jaccard, redattore per l’America Latina dell’Organised Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP), un consorzio di giornalisti investigativi: “Il mercato sta cambiando. Uno dei nuovi punti caldi del mercato della cocaina è anche il triplice confine tra Colombia, Perù e Brasile, una regione che era relativamente tranquilla anche 15 anni fa” ha spiegato all’AFP.

Infatti, stando alle rivelazioni di “NarcoFiles” le piantagioni di foglie di coca si sono moltiplicate in America centrale e in Messico, mentre la pasta di coca viene sempre più lavorata nei laboratori in Europa.

Perché il mercato colombiano è in calo

La Colombia non svolge più un ruolo di primo piano nella catena del traffico internazionale di droga“, spiega Elizabeth Dickinson, analista del Crisis Group. I motivi risiedono in un mix di cose: calo dei prezzi delle foglie di coca in Colombia, e l’emergere di nuove droghe in tutto il mondo e anche la scomparsa della figura di Pablo Escobar. Il boss supremo della cocaina colombiana riusciva a tenere tutto il gruppo unito e compatto e dopo la sua scomparsa, all’interno del Paese, si è assistito al fenomeno di atomizzazione dei gruppi” che ne sta riducendo il potere.

Inoltre, nonostante in Colombia il Clan del Golfo resti un punto di riferimento a livello internazionale per la cocaina, numerosi gruppi in tutto il mondo stanno prendendo sempre più potere. “Altri attori si stanno sviluppando e in futuro potrebbero competere con la Colombia sul mercato“, conferma Ana Maria Rueda, ricercatrice della fondazione Ideas para la Paz, riferendosi ai gruppi messicani, albanesi, brasiliani, ecuadoriani e israeliani.

La cocaina nelle banane

Interessante anche il metodo di trasporto della cocaina. Nel documento “Narcofiles” viene evidenziato come ci sia una correlazione tra il ruolo crescente dell’industria delle banane nelle esportazioni di cocaina. Secondo la Commissione europea, il 70% dei sequestri di droga in Europa avviene nei porti. I trafficanti usano le spedizioni di banane per nascondere la loro merce, dato che i prodotti freschi passano più velocemente la dogana.

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