La Russia ha scatenato nuove preoccupazioni sulla sicurezza europea, minacciando con un’arma tecnologicamente avanzata che potrebbe cambiare le sorti della guerra in Ucraina: il missile Oreshnik. Lanciato per la prima volta contro un impianto industriale di Dnipro, questo missile è descritto dal presidente Vladimir Putin come una nuova generazione di armi che, secondo lui, “non può essere intercettata da nessuno al mondo“. Sebbene le dichiarazioni di Putin abbiano scatenato un’ondata di preoccupazione tra i paesi occidentali, l’Ucraina ha risposto con scetticismo, etichettando la minaccia come un’ulteriore mossa di propaganda. Secondo Kiev, il missile Oreshnik non esisterebbe nemmeno.
In un vertice con il ministero della Difesa e le principali industrie del comparto militare, Putin ha elogiato la capacità straordinaria del missile, attribuendogli caratteristiche uniche, come la capacità di superare la velocità di 10 Mach (oltre 12.000 km/h) nella fase finale della traiettoria. Il missile, a detta del presidente russo, è progettato per essere un’arma ad alta precisione e, se necessario, potrebbe essere equipaggiato con testate nucleari. Non solo, ma la Russia ha annunciato che avvierà la produzione in serie di questo missile e, contestualmente, testerà anche nuovi missili a corto e medio raggio, ampliando così il proprio arsenale nucleare e convenzionale.
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Putin: cosa sta accadendo
Le parole di Putin hanno subito suscitato reazioni di preoccupazione, non solo in Ucraina, ma anche tra le potenze occidentali, preoccupate dalle implicazioni di una simile minaccia. A rincarare la dose è Dmitry Medvedev, ex presidente russo e numero due del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, che ha avvertito l’Europa sulle conseguenze devastanti degli attacchi con i missili Oreshnik. Secondo Medvedev, “i danni all’Europa per gli attacchi dei missili Oreshnik non saranno sopportabili”, ribadendo che il missile sarebbe “impossibile da intercettare”. Il suo avvertimento è diretto: se l’Occidente non interrompe il suo sostegno all’Ucraina, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.
Putin: la risposta ucraina
Tuttavia, in Ucraina, le dichiarazioni di Putin e Medvedev sono accolte con scetticismo. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha subito risposto, smontando le affermazioni russe con dure parole. “Non ci sono missili Oreshnik nella Federazione Russa, questa persona inadeguata si inventa qualche nome”, ha dichiarato Podolyak, riferendosi alle parole di Putin. Secondo il consigliere di Zelensky, il missile Oreshnik non sarebbe altro che una rielaborazione di missili già esistenti e in uso, ovvero missili balistici intercontinentali (ICBM) che rientrano nei trattati internazionali. L’Ucraina, quindi, sostiene che le dichiarazioni russe siano un mero bluff, destinato a creare confusione e a spaventare l’opinione pubblica occidentale.
Questo scambio di dichiarazioni pone in evidenza come, nella guerra in corso, l’aspetto informativo sia altrettanto cruciale quanto quello militare. Da un lato, la Russia cerca di intimidire l’Europa con minacce di armi sofisticate e in grado di colpire impianti sensibili, mentre dall’altro lato, l’Ucraina e i suoi alleati cercano di ridimensionare queste minacce, cercando di evitare che l’Occidente si senta impotente di fronte alla presunta potenza militare russa. La lotta, infatti, non si limita al fronte di battaglia, ma si estende anche sul piano delle percezioni e delle narrazioni.
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