La rivoluzione di Donald Trump, prossimo all’insediamento ufficiale alla casa Bianca, si rivela sempre più capillare. Dall’aumento impressionante del valore del Bitcoin, ai tentativi dell’Ucraina di guadagnare più terreno in Russia, fino alle politiche Ue per il rafforzamento delle industrie e della competitività, si nota che l’elezione del tycoon ha conseguenze sempre più capillari e inaspettate. L’ultimo cambiamento radicale, dalla vittoria del Repubblicano, è giunto oggi, in un terreno che finora era stato toccato liminalmente, almeno per quanto potessimo accorgercene.
Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato oggi la volontà della sua società, Meta, di eliminare il programma di fact checking da tutte le piattaforme social che controlla. Si tratta, quindi, di Facebook, Instagram e Threads, che presto potrebbero non avere più un controllo adeguato sui loro contenuti. Il cambiamento, come spiegato dallo stesso fondatore in un video pubblicato sui suoi canali ufficiali, avrà inizio prima negli Usa e avrà l’obiettivo di sostenere le politiche del presidente Usa Donald Trump.
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I motivi dietro la scelta di Zuckerberg
Il motivo principale che ha guidato la decisione riguarda la possibilità che l’attività di fact checking, che non è altro che un controllo della veridicità dei contenuti, si sia pian piano trasformata in una sorta di censura. “Quello che è iniziato come un movimento per essere più inclusivi è stato sempre più utilizzato per mettere a tacere le opinioni ed escludere le persone con idee diverse, ed è andato troppo oltre“, ha infatti spiegato il fondatore di Facebook, riconoscendo però i pericoli che tale decisione può comportare.
La possibilità di veicolare contenuti possibilmente dannosi risulta però meno importante che continuare a dare a tutti lo stesso spazio. Come ha spiegato Joel Kaplan, capo degli affari globali di Meta, i fact checker di parti terzi che hanno operato su queste piattaforme hanno iniziato a lavorare con buone intenzioni ma hanno poi sviluppato un pregiudizio politico troppo forte per continuare a svolgere il loro lavoro.
Proprio per questo Zuckerberg ha annunciato che “ci libereremo dei fact checker di terze parti negli Usa e li sostituiremo con note delle comunità simili a X“. L’imprenditore ha poi continuato attaccando le politiche troppo stringenti che sarebbero in azione nell’Ue, sostenendo che vi sarebbe un numero sempre crescente di leggi che “istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione lì“.
Zuckerberg: “Lavoreremo con Trump contro la censura“
Anche in questo senso, quindi, l’intenzione di Meta è quella di “lavorare con il presidente Trump” al fine di respingere le azioni dei governi esteri che ostacolano lo sviluppo delle aziende americane e che “premono per una censura maggiore“.
Zuckerberg ha proseguito il suo discorso elogiando la Costituzione americana che avrebbe al suo interno “forti protezioni costituzionali per la libera espressione” e criticando invece le Nazioni che preferiscono legislazioni più stringenti. “I Paesi latino americani hanno tribunali segreti che possono ordinare alle aziende di eliminare cose silenziosamente“, ha sostenuto il fondatore di Facebook, ricordando inoltre come la Cina abbia proceduto addirittura alla censura delle App americane.
“L’unico modo in cui possiamo respingere ciò in questo trend globale è col sostegno del governo Usa“, ha quindi sostenuto Zuckerberg, prima di lanciare un duro attacco contro il governo di Joe Biden: “Ed è per questo che è stato così difficile negli ultimi quattro anni, quando persino il governo Usa ha premuto per la censura andando contro di noi ed altre compagnie statunitensi“.
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