Medjugorje, Vaticano dà il nulla osta: sì al luogo di culto, ma dubbi sui veggenti

"Questo non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli" si legge nel documento rilasciato dal Dicastero della Dottrina della Fede

Redazione
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La parrocchia-santuario della Regina della Pace di Medjugorje, in Bosnia Erzogovina, è ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa cattolica come luogo di culto. Giunge questa mattina la decisione dell’ex Sant’Uffizio, che dopo decenni di analisi e riflessioni, ha finalmente rilasciato il nulla osta al culto di Medjugorje per i “suoi frutti positivi“. Il santuario, visitato da milioni di fedeli provenienti da tutto il mondo, è stato a lungo al centro delle polemiche, in quanto preso d’assalto da presunti veggenti che dichiarano di aver avuto apparizioni mariane proprio nelle vicinanze del santuario.

Proprio su questo aspetto il Vaticano ha deciso di non esporsi, invitando semplicemente i fedeli a recarsi nel luogo di culto con il solo scopo di venerazione di Dio e non per avere incontri con queste figure. “Questo non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli si legge infatti nel documento rilasciato dalla Dottrina delle fede con il benestare del Papa.

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Il Cardinale Victor Manuel Fernandez

Sulla questione si è espresso il cardinale Victor Manuel Fernandez, Prefetto della Dottrina della Fede, che ha dichiarato: “È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una vicenda in cui si sono susseguite opinioni divergenti di Vescovi, teologi, commissioni e analisti“.

Il nodo dei presunti veggenti di Medjugorje

Il santuario di Medjugorje è ora parte integrante dei luoghi di culto della Chiesa cattolica, eppure gli eventi sovrannaturali che nei decenni scorsi vi si sarebbero verificati non sono stati né riconosciuti né smentiti dal Vaticano. Un rapporto precedente, redatto dalla commissione guidata dal cardinale Camilo Ruini, fu molto più critico nei confronti di queste figure, sostenendo che queste avessero “un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro“.

È necessario specificare che in altri casi il Vaticano ha bocciato senza ripensamenti le apparizioni avvenute, come nel caso della Madonna di Trevignano, per cui il Vaticano dichiarò la “non sovrannaturalità dell’evento“. A Medjugorje, invece, la pubblicazione del nulla osta dimostra che non vi sarebbero state falsificazioni o mitomanie, specificando però il bisogno di “necessari chiarimenti” sul contenuto delle presunte apparizioni mariane.

Alcuni pochi messaggi si allontanano da questi contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme” si legge nel documento, che invita quindi i fedeli a prestare attenzione alle dichiarazioni dei sei presunti veggenti legati al santuario della Regina della Pace. Il vaticano, comunque, ha voluto specificare che il nulla osta non ha in alcun modo intenzione di giudicare “la vita morale dei presunti veggenti“, perché “in ogni caso i doni spirituali non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per agire“.

Perché il nulla osta è arrivato solo ora?

La Chiesa cattolica ha potuto finalmente prendere una decisione sul culto di Medjugorje grazie ad una modifica delle regole. Queste, infatti, prima prevedevano la possibilità di esporsi solamente con “” o “no” sulle apparizioni, mentre ora è possibile procedere con un vario ventaglio di risposte. Il dicastero della Dottrina della Fede ha quindi potuto riconoscere Medjugorje come luogo di culto e allo stesso tempo non pronunciarsi sulle apparizioni, mettendo però in guardia i fedeli.

Inoltre, l’ex Sant’Uffizio invita tutti i vescovi ad “apprezzare il valore pastorale e a promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale” e allo stesso tempo a “valutare prudenzialmente quanto accade nel proprio territorio” perché “pur essendo ampiamente diffusi in tutto il mondo i frutti positivi di questo fenomeno spirituale, ciò non nega che possano esserci dei gruppi o delle persone che, utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato“.

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