Medio Oriente, Unifil di nuovo sotto attacco: carro armato Idf apre il fuoco su una base

Sembrerebbe che l'offensiva non abbia causato feriti ma solamente danni alla struttura della base; Unifil avrebbe definito l'attacco "deliberato" e quindi non frutto di un errore. Il premier israeliano ha invece sostenuto che gli attacchi avverrebbero per il semplice fatto che Hezbollah nasconde alcuni suoi miliziani proprio in corrispondenza delle basi dei caschi blu

Redazione
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La tensione nella Blue Line, la zona cuscinetto che separa il Libano da Israele continua a crescere e il nuovo attacco dell’Idf contro una base Onu lo dimostra. Questa mattina, i peacekeeper della missione Unifil hanno dichiarato di aver visto un carro armato Merkava delle Forze di difesa israeliane (Idf) aprire il fuoco contro una delle torri della base Onu di Kafer Kela, nel sud del Libano. Un nuovo attacco da parte di Israele contro le truppe di pace delle Nazioni Unite, che continuano a mantenere le loro posizioni nonostante il crescente pericolo. Sembrerebbe che i colpi siano stati sparati in una parte della base in cui si troverebbe il contingente spagnolo.

Le truppe Unifil sono composte al momento da circa 10mila soldati provenienti da 40 Paesi, di cui 1000 sono soldati italiani. L’attacco di questa mattina non avrebbe provocato feriti, almeno secondo le informazioni finora rilasciate, ma sembrerebbe che i colpi sparati dall’Idf abbiano danneggiato due telecamere e parte dell’edificio. “Ancora una volta vediamo un fuoco diretto e apparentemente deliberato su una posizione Unifil” si legge in un comunicato rilasciato dalle Nazioni Unite, in cui si invita Israele e tutti gli altri attori in gioco a “ricordare i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento“.

Al momento sembrerebbe che l’Onu non abbia intenzione di ritirare i contingenti Unifil dal Libano, soprattutto a seguito del video messaggio pubblico del premier israeliano Benjamin Netanyahu che la scorsa settimana ha invitato il segretario della Nato Antonio Guterres a ritirare le truppe per garantire la loro sicurezza. Le Nazioni Unite avrebbero quindi risposto ricordando che non è il segretario a prendere questo tipo di decisioni ma il Consiglio di sicurezza dell’Onu che per il momento ha comunque deliberato per le truppe di continuare a svolgere la loro missione di pace sulla Blue Line.

Netanyahu: “Non abbiamo nulla contro Unifil”

Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha dichiarato in una intervista a Le Figaro che “Hezbollah si nasconde spesso dietro postazioni Unifil per lanciare dei
missili contro di noi
” e che per questo le truppe dell’Idf si troverebbero a dover compiere attacchi scomodi come quello di stamattina. “Non abbiamo assolutamente nulla contro Unifil” ha poi sostenuto il premier, per poi aggiungere una critica durissima nei confronti della missione dell’Onu: “In quasi vent’anni, quanti missili di Hezbollah ha fermato l’Unifil? Zero!“.

Medio Oriente, i precedenti attacchi dell’Idf contro Unifil

L’attacco di questa mattina, purtroppo, non sarebbe il primo portato avanti dallo Stato ebraico contro i caschi blu. Dall’inizio del conflitto in medio Oriente le condizioni dei soldati italiani sono state al centro delle preoccupazioni del nostro Paese. Fino a circa una settimana fa, però, la situazione sembrava ancora sotto controllo. L’equilibrio è stato interrotto lo scorso 10 ottobre, quando le truppe dell’Idf avrebbero aperto il fuoco contro i peacekeepers che si trovavano in Libano.

Due soldati del contingente Unifil sono stati feriti e trasportati in ospedale per ricevere tutte le cure necessarie. A seguito della notizia, la tensione tra Occidente e Israele è salita ulteriormente, a causa dei pericoli che i soldati Onu potevano correre sulla Blue Line. A soli tre giorni di distanza, un carro armato israeliano avrebbe fatto irruzione in una delle basi Onu, sparando una serie di colpi e intossicando 15 persone presenti nelle vicinanze. L’attacco è stato duramente condannato dalla maggior parte dei leader occidentali, ma l’Idf ha replicato sostenendo che quanto accaduto fosse un errore.

Secondo le truppe israeliane, infatti, il mezzo pesante avrebbe superato involontariamente i confini della base mentre stava svolgendo un’operazione contro i miliziani di Hezbollah, che si troverebbero nelle vicinanze di queste basi. Sembrerebbe che Israele abbia comunque aperto un’inchiesta sull’accaduto per comprendere se vi siano responsabilità. Il leader dello Stato ebraico ha comunque sottolineato la necessità che Unifil lasci la zona, poiché la sua presenza ostacolerebbe le offensive dell’Idf impegnate a spingere i miliziani del partito di Dio verso Nord. Inoltre, secondo Netanyahu, al momento i soldati dell’Onu non sarebbero al sicuro nella Regione.

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