Drone colpisce la casa di Netanyahu, Israele: “L’Iran la pagherà cara”

Netanyahu ha promesso che Israele continuerà a combattere contro il terrorismo, eliminando i terroristi e liberando gli ostaggi a Gaza

Redazione
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che gli agenti iraniani che hanno tentato di assassinare lui e sua moglie hanno commesso un grave errore. Nonostante l’attacco, avvenuto attraverso un raid con drone sulla sua residenza a Cesarea, Netanyahu ha assicurato che né lui né lo Stato di Israele saranno scoraggiati nella loro lotta contro i nemici, per garantire la sicurezza del paese per le generazioni future. Ha scritto sul social X che chiunque minacci i cittadini israeliani “pagherà un prezzo altissimo”, rivolgendosi specificamente all’Iran e ai suoi alleati, che definisce parte dell’Asse del Male.

Nel suo messaggio, Netanyahu ha promesso che Israele continuerà a combattere contro il terrorismo, eliminando i terroristi e liberando gli ostaggi a Gaza, oltre a garantire il ritorno sicuro dei cittadini israeliani nel nord del paese. Ha sottolineato che gli obiettivi della guerra verranno raggiunti e che la sicurezza della regione cambierà significativamente nel lungo termine.

Dall’altra parte, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha commentato l’incidente del drone, affermando che questo non è un evento che migliora la situazione complessiva. Durante una conferenza stampa, ha espresso preoccupazione riguardo all’ottimismo sulle attuali dinamiche del conflitto, affermando che la parte militare di Hamas sembra essere stata sostanzialmente sconfitta e che un attacco a Gaza potrebbe essere vicino alla conclusione. Tuttavia, l’attacco al primo ministro israeliano ha reso il contesto meno incoraggiante.

Medio Oriente: gli ultimi sviluppi

Nel frattempo, l’IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha intrapreso un’iniziativa a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, lanciando volantini che promettono il libero passaggio a coloro che deporranno le armi e aiuteranno a riconsegnare gli ostaggi. I volantini mostrano la foto di Yahya Sinwar, leader di Hamas, con un messaggio che accusa il gruppo di aver distrutto le vite dei cittadini di Gaza e di aver cercato di nascondersi durante i combattimenti. Il volantino esorta i cittadini a liberarsi dalla tirannia di Hamas, promettendo pace a chiunque collabori.

In un altro contesto, recenti raid israeliani hanno causato la morte di quattro persone in una città dell’est del Libano, incluso il sindaco di un villaggio nelle vicinanze. L’agenzia di stampa libanese Ani ha riportato che il sindaco di Sohmor è il secondo sindaco ucciso dall’inizio del conflitto aperto tra Israele e Hezbollah, che è iniziato il 23 settembre. Mercoledì, un attacco a Nabatiyeh, una grande città del sud, ha portato alla morte di 25 persone, tra cui il sindaco e diversi membri del consiglio di crisi.

Questi eventi mettono in luce una situazione complessa e pericolosa nella regione, dove le tensioni tra Israele, Hamas e Hezbollah continuano a crescere. La risposta di Netanyahu e le dichiarazioni di Crosetto evidenziano le sfide strategiche e politiche che entrambe le parti stanno affrontando mentre la violenza continua a mietere vittime e a complicare ulteriormente il già difficile panorama geopolitico.

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