Domani in Medio Oriente, Israele ed Hamas procederanno al quarto scambio di ostaggi e al primo che vede l’organizzazione terroristica palestinese impegnata a liberare tre uomini. La conferma è giunta questa mattina, quando da Gaza è arrivata la notizia dell’invio dell’elenco dei nomi di domani a Tel Aviv. Secondo le prime indiscrezioni, poi, sarebbero trapelati anche i nomi degli interessati, al contrario di quanto espressamente richiesto da Israele.
Lo Stato ebraico, infatti, preferisce che le famiglie degli ostaggi prossimi alla liberazione vengano informati da funzionari e non dai media arabi o anche israeliani. Dopo poche ore, comunque, dall’ufficio di Netanyahu è giunto il via libera e le identità dei tre uomini che saranno liberati domani è stata confermata. Si tratta di Yarden Bibas, Ofer Calderon e Keith Schmonsel Siegel, tutti rapiti il 7 ottobre 2023 e da allora mai tornati nella loro patria.
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La giornata di domani, comunque, potrebbe nascondere numerose insidie. La liberazione degli ostaggi avvenuta ieri, attraverso una cerimonia spettacolo a Jabaliya, ha profondamente indispettito il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha preteso rispetto per i suoi concittadini e soprattutto salvaguardia per la loro incolumità. Le immagini delle donne costrette a salire sul palco, a salutare la folla e a tenere in mano il “loro certificato di liberazione”, hanno infuriato il loro Paese di origine. Inoltre, i video realizzati dai palestinesi si concludevano con donne trasportate tra una folla estatica e che rischiava di schiacciarle.
Medio Oriente, chi sono i tre uomini che saranno liberati domani
Nell’attesa di comprendere in che modo Hamas avrà intenzione di gestire queste liberazioni, resta la gioia per la liberazione di tre cittadini che ormai da 15 mesi sono in trappola, lontani dai loro cari. Per alcuni di essi l’incubo è finalmente quasi concluso, per altri invece resta la consapevolezza di essere stati liberato mentre parte della propria famiglia è ancora nelle mani di Hamas.
Si tratta del caso di Yarden Bibas, il cui cognome è ormai famoso in tutto l’Occidente. Il 34enne è infatti il marito di Shiri Bibas e padre dei piccoli Arieli e Kfir, tra i prigionieri più giovani nelle mani di Hamas. Da mesi ormai, Israele ne chiede la liberazione, senza successo. Domani, quindi, Yarden potrà tornare nella sua abitazione e scoprirla fredda e abbandonata, senza il calore di sua moglie e dei suoi figli. La famiglia è stata presa in ostaggio il 7 ottobre 2023, nel loro appartamento nel kibbutz di Nir Oz, dove circa 180 dei 400 residenti furono uccisi.
Il 34enne, nel corso delle incursioni, era riuscito a mandare un messaggio ai suoi genitori e a sua sorella, per avvertirli che i terroristi erano riusciti ad entrare nel loro appartamento. Circa due ore dopo, la famiglia ha visto un video con protagonista Shiri, con i suoi bambini in braccio e circondata da miliziani palestinesi. Proprio questa sarebbe divenuta una delle immagini simbolo delle atrocità compiute il 7 ottobre.
Insieme a Yarden Bibas, saranno rilasciati il 65enne Keith Siegel, cittadino statunitense originario della Carolina del Nord, rapito insieme alla moglie Aviva, di 62 anni, dalla loro casa nel kibbutz di Kfar Ava, e Ofer Calderon. Quest’ultimo è stato catturato insieme ai suoi quattro figli durante l’assalto al kibbutz di Nir Oz. Il 54enne tentò insieme a due dei suoi figli di fuggire da una finestra della sua abitazione, ma furono prontamente ripresi dai miliziani.
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