Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib è intervenuto durante i Med Dialogues in corso a Roma e ha parlato del conflitto con Israele, condannando gli attacchi a Unifil e chiedendo all’Occidente supporto per superare questo periodo difficile.
Da Israele, i media hanno fatto sapere che la bozza di accordo per una tregua proposta dagli Usa è stata approvata, ma che ci sono ancora delle questioni da affrontare. Intanto la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, ha dichiarato che il mandato di arresto per il premier israeliano non basta ed è necessaria la sua esecuzione.
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Ministro esteri Libano: “Sforzi di Unifil sono fondamentali“
All’inizio del suo discorso Bou Habib ha evidenziato i legami storici tra il Medio Oriente e il Mediterraneo nel campo culturale, di interessi, di cooperazione ma anche di sfide e conflitti, sottolineando “l’opportunità di cooperare insieme in questo mondo globale”.
Sui recenti attacchi ai caschi blu dell’Onu ha dichiarato che “gli sforzi di Unifil sono fondamentali per garantire la pace. Il Libano condanna qualsiasi tipo di attacco su Unifil e chiama tutte le parti a rispettare la sicurezza delle truppe e delle loro aree e condanna qualsiasi tipo di ostilità”. Ha aggiunto che “il Libano potrà estendere la sua autorità su tutto il territorio anche grazie a Unifil”, sottolineando la necessità che “finisca il conflitto” tra Hezbollah e Israele, così “come l’occupazione dei nostri territori”. Bou Habib ha quindi definito “ingiustificato” l’attacco che ha recentemente colpito il contingente italiano.
Ha sottolineato che il Libano ha bisogno dell’aiuto dell’Occidente: “I nostri sforzi per costruire forti istituzioni militari e di sicurezza non si sono concretizzati. Affinché ciò accada, abbiamo bisogno del vostro supporto per costruire forze armate e di sicurezza per difendere e proteggere i nostri territori. Le sfide rimanenti richiedono sforzi collettivi nazionali e internazionali per costruire un solido apparato di sicurezza libanese”. Ha dichiarato che l’obiettivo principale è quello di “dare potere all’autorità nazionale legittima come garante della sicurezza e della pace. In questo contesto, l’attuazione simmetrica e completa della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è la chiave per la stabilità”.
Ha aggiunto inoltre che Beirut è “pronta a soddisfare i propri obblighi stipulati nella risoluzione 1701”, che significa che “non ci saranno armi senza il consenso del governo del Libano e nessuna autorità diversa da quella del governo del Libano”, ha insistito Bou Habib.
Su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha accolto i suoi omologhi per l’evento a Roma, ha parlato dell’incontro avuto con Bou Habib: “Con il Ministro libanese Abdallah Bou Habib ho confermato il forte impegno dell’Italia per un cessate il fuoco e a tutela della presenza di Unifil. Abbiamo discusso della fondamentale importanza dei negoziati diplomatici per raggiungere la pace”.
Media israeliani: accordo per tregua con Libano è pronto
I media israeliani hanno riferito nelle scorse ore che Israele ha accettato in linea di principio il quadro di accordo con il Libano sostenuto dagli Stati Uniti. Lo hanno riferito fonti israeliane e americane citate da Haaretz, precisando che non è stato approvato in modo decisivo, dato che ci sono punti che sono ancora da discutere. La bozza di accordo è basata sulla risoluzione Onu 1701 e descrive diverse fasi: la cessazione delle ostilità e il ritiro di Hezbollah, il ritiro delle forze israeliane dal sud del Libano, per poi passare a negoziati sul confine terrestre.
Ma in questo contesto il ministro della Sicurezza nazionale di Israele Ben Gvir ha chiesto a Netanyahu di respingere la proposta sostenuta dagli Stati Uniti, definendola “un grave errore”. Ha avvertito che accettarla significherebbe perdere un’opportunità “storica” per distruggere Hezbollah e ha esortato il premier ad “ascoltare i comandanti che combattono sul campo proprio ora, quando Hezbollah è sconfitto e desidera ardentemente un cessate il fuoco, è proibito fermarsi”. “Non è troppo tardi per fermare questo accordo”.
Il ministro per l’unità nazionale Benny Gantz ha affermato che Israele dovrà accettare un accordo di tregua con Hezbollah solo se concederà alle Idf la libertà di agire contro il gruppo terroristico, qualora dovesse violare i termini dell’accordo. Ha aggiunto che qualsiasi patto deve basarsi sulla risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che esorta il governo libanese a smantellare Hezbollah e a stabilire il pieno controllo del suo territorio, e sulla risoluzione 1701, che chiede alle forze di Hezbollah di ritirarsi dal confine israeliano.
Intanto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha incontrato a Tel Aviv il vice assistente segretario alla Difesa degli Stati Uniti per la politica in Medio Oriente, Dan Shapiro, per discutere proprio della fine dei combattimenti tra Israele e Hezbollah.
Iran vuole esecuzione Netanyahu
Dall’Iran la Guida suprema Ali Khamenei ha fatto sapere nelle scorse ore, durante un incontro con i membri delle forze militari volontarie Basij, che il mandato d’arresto contro il premier israeliano non è abbastanza, chiedendone invece l’esecuzione. “Il recente mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa non è sufficiente. Netanyahu e le autorità israeliane dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra“.
Ha sottolineato come Israele pensi che bombardare le aree residenziali a Gaza e in Libano “sia una vittoria, ma è solo un crimine di guerra. Il nemico non ha mai ottenuto e non otterrà mai alcuna vittoria, ma al contrario la sua stupidità rafforzerà ed espanderà il fronte della resistenza”. Ha continuato affermando con sicurezza che “lo spirito e le capacità dei Basij, che emergono nei membri del fronte della Resistenza e in alcuni Paesi, sconfiggeranno sicuramente le potenze arroganti, gli Stati Uniti e l’Occidente e il regime sionista”.
Inoltre, Ali Larijani, il consigliere della Guida suprema, ha fatto sapere che l’Iran sta preparando la risposta all’attacco israeliano del 26 ottobre. Riferendosi alla sua recente visita in Siria e Libano, ha dichiarato che durante la sua permanenza ha trasmesso il messaggio di Khamenei alle autorità siriane e libanesi. Larijani ha anche parlato dei possibili colloqui diretti tra Iran e Stati Uniti, affermando che sarà Teheran a scegliere il momento per i negoziati, che dipendono dagli interessi nazionali del Paese. “Siamo pronti a tenere colloqui sul nucleare con il prossimo governo degli Stati Uniti per raggiungere un nuovo accordo”, ha aggiunto, sottolineando che l’Iran ha stabilito nuove condizioni per i colloqui sul nucleare.
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