A più di un mese dalla notizia della tragica scomparsa di Matthew Perry, il celebre Chandler di Friends, quasi tutti i dubbi sulla vicenda sono stati dissipati. Proprio oggi, infatti, i media statunitensi hanno comunicato che la causa della morte dell’attore non sarebbe stato l’annegamento, come inizialmente ipotizzato, ma “l’uso di ketamina“.
Una notizia che sconvolge i fan, soprattutto i più longevi, che avranno ricordato la difficile lotta portata avanti dall’attore contro le sue dipendenze da alcool e droghe. Matthew Perry è morto a soli 54 anni e il suo decesso ha sconvolto tutti, fan e colleghi. Solo qualche giorno fa, Jennifer Aniston, storica collega in Friends, aveva confessato a Vanity Fair di aver sentito Matthew pochi giorni prima della sua morte: “Non stava soffrendo. Non stava lottando. Era felice“, presupponendo che la morte dell’amico non fosse riconducibile ad un suicidio.
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I risultati dell’autopsia di Matthew Perry
Matthew Perry è stato ritrovato senza vita nella vasca idromassaggio della sua casa di Los Angeles nel pomeriggio del 28 ottobre scorso. L’autopsia effettuata il giorno dopo non aveva mostrato dettagli importanti, se non la possibilità di una morte per annegamento. Prima di poter rilasciare comunicazioni ufficiali, però, il medico legale della contea di Los Angeles ha preferito attendere i risultati degli esami tossicologici.
Perry non aveva mai nascosto i suoi problemi con la droga, ammettendoli anche nella sua biografia “Friends, lovers and the Big Terrible Thing“, un racconto struggente che scava nei meandri più profondi della vita di Matthew. Un’autobiografia scritta a seguito di una delle tante disintossicazioni portate avanti da Matthew Perry, che ha dichiarato di aver speso circa 9 milioni di dollari cercando di tornare sobrio. Una lotta che ha portato avanti per tutta la vita e che purtroppo, nonostante tutto, lo ha condotto alla morte.
L’esame tossicologico, infatti, non lascia dubbi. Matthew è deceduto a causa delle conseguenze dell’uso della ketamina, una sostanza calmante utilizzata anche a scopo medico, per trattare depressione e ansia, che però può essere anche utilizzata come sostanza stupefacente. Il referto del medico legame indica come cause concorrenti alla morte del cinquantaquattrenne anche una malattia coronarica e la buprenorfina, una sostanza utilizzata per trattare il disturbo da uso di oppioidi, di cui l’attore aveva confessato di essere dipendente.
Secondo il referto dell’autopsia Matthew aveva ricevuto una terapia di infusione di ketamina circa dieci giorni prima del decesso, ma le quantità della sostanza rinvenute nel suo sangue non possono far riferimento a tale infusione, poiché la rintracciabilità del farmaco nel sangue non rimane così a lungo. Ciò fa presumere che Perry deve aver travato qualche altro modo per assumere la ketamina, poco prima della sua morte.
Che cos’è la ketamina, sostanza colpevole della morte di Matthew Perry
La ketamina è una sostanza psicoattiva utilizzata come anestetico per gli animali e gli umani. È una sostanza che appartiene alla classe dei dissociativi e può provocare effetti allucinogeni, alterazione della percezione del tempo, dello spazio e del proprio essere. A basse dosi la ketamina comporta uno stato di euforia, disinibizione, rilassamento e sensazioni di distacco, mentre in dosi più alte causa una profonda dissociazione dalla realtà, con allucinazioni visive, uditive e tattili e allucinazioni extra-corporee.
La ketamina rientra tra le sostanza stupefacenti e come tale può provocare dipendenza fisica e psicologia con relative fasi di astinenza e craving. Il suo uso prolungato può danneggiare il sistema nervoso centrale, il fegato e la vescica.
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