Non si fermano le proteste che infiammano l’Iran per la morte di Mahsa Amini. Il padre della giovane rompe il silenzio e in un atto di denuncia-sfogo restituisce alla Bbc dettagli ancor non noti della vicenda
Sarebbero falsità le notizie circolate sulle condizioni di salute precaria di Mahsa, a dichiararlo con forza è suo padre che mette in dubbio la versione delle autorità secondo cui la giovane sarebbe morta per «improvvisa insufficienza cardiaca» dopo l’arresto. Alcuni testimoni riferiscono che la ragazza è stata brutalmente percossa sia nella camionetta della polizia che in centrale. Il fratello Kiarash avrebbe implorato gli agenti «di non prenderla, ma anche lui è stato picchiato».
Il genitore svela che gli è stata negata la possibilità di leggere il rapporto dell’autopsia, di visionare i filmati delle body-cam e di vedere il corpo di sua figlia. L’uomo ha potuto vedere solo piedi e viso di Masha al momento della sepoltura, «c’erano lividi sui suoi piedi – ha detto– ho chiesto ai dottori di esaminarle i piedi, mi hanno ignorato e ora stanno mentendo».
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Secondo il direttore generale della medicina legale della provincia di Teheran, Mehdi Faruzesh, «non sono stati riscontrati segni di ferite alla testa e al viso, nessun livido intorno agli occhi o fratture alla base del cranio di Mehsa Amini». Faruzesh sosterrebbe inoltre che la giovane donna avesse subito un intervento chirurgico al cervello all’età di otto anni. Smentisce categoricamente questa versione Amjad: «Stanno mentendo – ha ribadito – in 22 anni non è mai stata in ospedale e non ha mai subito un intervento chirurgico»
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