A due settimane dall’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca, il leader francese Emmanuel Macron ha espresso la necessità di mantenere una partnership solida con gli Stati Uniti. “Dal 2016 al 2020, la Francia ha potuto lavorare con il presidente Trump,” ha dichiarato, sottolineando l’importanza di evitare atteggiamenti “deboli e disfattisti” se si vuole guadagnare il rispetto di Washington.
Macron ha descritto la Francia come un alleato lucido e ambizioso per le relazioni transatlantiche, evidenziando che l’Europa, per rimanere rilevante sulla scena internazionale, deve saper collaborare con qualsiasi leadership americana. “Sta a noi saper collaborare con la scelta che è stata fatta dal popolo americano”, ha aggiunto, in un’apparente chiamata alla responsabilità diplomatica.
L’affondo contro Musk: “Una nuova internazionale reazionaria”
Non meno rilevante è stato l’attacco indiretto rivolto al miliardario e fondatore di X, Elon Musk. Durante lo stesso incontro, Macron ha accusato Musk di sostenere movimenti politici estremisti, definendolo parte di una “nuova internazionale reazionaria” che minaccia l’equilibrio democratico.
Il presidente ha fatto riferimento al presunto sostegno di Musk al partito tedesco di estrema destra AfD, collegandolo a un rischio crescente di interferenze elettorali nei Paesi europei. “Dieci anni fa, chi avrebbe immaginato che il proprietario di uno dei più grandi social network del mondo avrebbe interferito direttamente nelle elezioni, anche in Germania?” ha chiesto retoricamente Macron, senza mai menzionare esplicitamente Musk.
Il doppio intervento di Macron mette in luce la crescente complessità del panorama geopolitico. Da un lato, la Francia si presenta come un mediatore strategico tra l’Europa e un’America guidata da Trump, dall’altro lancia un avvertimento contro il potere concentrato nelle mani di magnati tecnologici come Musk, capaci di influenzare l’opinione pubblica globale.
Queste dichiarazioni suggeriscono un futuro in cui la politica europea dovrà non solo adattarsi alle dinamiche internazionali, ma anche difendere con decisione i propri principi democratici da minacce interne ed esterne.
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