Macedonia del Nord, guerriglia dopo la strage in discoteca: “Rivoltiamoci, come in Serbia”

Tragico incidente in un locale notturno a 100 km da Skopje. Nell'edificio erano presenti quasi 1500 persone. Si ipotizza che le fiamme siano scaturite dall'uso di fuochi d'artificio e si indaga per corruzione e tangenti

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Sono bastate solo poco più di 24 ore dopo la strage dell’incendio mortale nella discoteca Pulse, per trasformare la disperazione e la rabbia causati dal lutto in guerriglia e assalti al Municipio di Kocani, città in Macedonia del Nord. Uova, pietre e oggetti di vario tipo sono stati scagliati contro la facciata del comune che è stato possibile proteggere da un’irruzione solo con un fitto corpo delle forze dell’ordine.

Le migliaia di persone che si sono radunate in piazza hanno agito con un idea ben precisa: non solo attaccare il sindaco che “per 31 ore è rimasto in silenzio” per poi dimettersi “senza neanche rivolgere le proprie condoglianze” ma l’intero sistema governativo macedone. E così, prendendo d’esempio le rivolte che stanno mettendo a ferro e fuoco la Serbia, i macedoni hanno deciso di “insorgere o qui non cambierà nulla“.

Era iniziato tutto molto in tranquillità, con un pacifico raduno organizzato per ricordare le vittime tra fotografie, fiori e candele. Poi, le urla hanno iniziato ad interrompere il silenzio tra dolore e frustrazione. “Giustizia, Giustizia, devono pagare“, con riferimento allo stato di totale illegalità in cui operava la discoteca andata a fuoco, non a norma e priva di ogni dispositivo di sicurezza all’interno e all’esterno del locale.

Un coro intonato dalla folla che inizia a muoversi con prepotenza dalla piazza del centro di Kocani al Municipio, dove un cordone della polizia si è posizionato per bloccare gli accessi. Ma, le migliaia di persone hanno iniziato a dividersi in grandi gruppi dando vita ad una violenta guerriglia e distruggendo un bar e un’auto appartenenti al proprietario della discoteca Pulse andata a fuoco.

Macedonia del Nord, l’incendio in discoteca

Macedonia del Nord, incendio mortale in discoteca
Macedonia del Nord, incendio mortale in discoteca

Un incendio è divampato nella notte in una discoteca a circa 100 km dalla capitale della Macedonia del Nord. Come riportato dall’agenzia locale Mia, il fatto è accaduto all’interno del locale notturno “Pulse”, che si trova nella cittadina di Kocani, che conta 300.000 abitanti.

Durante un concerto, il cui pubblico era composto prevalentemente da giovani, il locale è stato avvolto dalle fiamme, che hanno provocato la morte di 59 persone, tra cui un componente della band che si esibiva al momento dell’incendio, oltre ad averne lasciate ferite almeno 118, secondo le dichiarazioni dei soccorsi. In totale, sono state identificate 35 salme. La maggior parte dei feriti è stata portata nei vicini ospedali di Kocani, Stip e Skopje, come riportato dal ministro dell’interno, Pance Toskovski, che ha fornito il primo bilancio ufficiale dell’accaduto.

Lo stesso ministro ha poi annunciato l’arresto di 4 persone, tra cui gli organizzatori del concerto. Sembrerebbe che la discoteca fosse una struttura improvvisata, dove già in passato erano stati organizzati fuochi d’artificio e altri dispositivi pirotecnici. “Stiamo esaminando anche la documentazione relativa ai permessi della discoteca rilasciata dal Ministero dell’Economia“, ha spiegato il ministro dell’Interno, sottolineando che tra i decessi vi sarebbe anche un agente di polizia che stava effettuando dei controlli nel locale per scongiurare la presenza di stupefacenti.

Papa Francesco: “Profondo cordoglio per le giovani vittime”

Papa Francesco ha deciso di commentare la tragedia che questa notte si è consumata nella Macedonia del Nord, affidando al segretario di Stato, Pietro Parolin, la consegna di un telegramma al vescovo di Skopjie. “Il Santo Padre incarica vostra eccellenza di voler trasmettere ai familiari dei defunti, prevalentemente giovani, l’espressione del suo profondo cordoglio, significando la sua  spirituale vicinanza ai feriti“, si legge nel messaggio inviato dalla Santa Sede.

Incendio probabilmente causato da fuochi d’artificio

Secondo le prime ricostruzioni della tragedia che ha colpito la cittadina macedone, a far divampare le fiamme sarebbero stati dei fuochi d’artificio. Si ritiene infatti che nel corso dell’esibizione di un gruppo hip hop siano stati utilizzati dispositivi pirotecnici, che, intorno alle 3 del mattino, avrebbero causato l’incidente. Si ipotizza, infatti, che l’incendio sia partito dal tetto dell’edificio proprio a causa di alcune scintille rilasciate da questi materiali.

Al momento del concerto erano presenti circa 1500 persone. Il ministero dell’interno ha chiarito che il bilancio delle vittime e dei feriti potrebbe non essere definitivo. Parlando in conferenza stampa, il Ministro dell’Interno, Pance Toshkovski, ha informato che sembra la discoteca operasse con una falsa licenza rilasciata dalle passate autorità. Difatti, la discoteca operava da due anni in un vecchio stabile, non adeguato al tipo di attività condotta, e che in passato era stato adibito a magazzino per tappeti.

Si tratterebbe, dunque, di gravi mancanze in termini di controlli e verifiche, come ad esempio, se tale struttura soddisfava i principali requisiti di sicurezza e agibilità previsti dalla normativa vigente. Responsabilità che sono da ricondurre al Ministero dell’Economia, ente rilasciante le licenze, oltre che all’amministrazione locale a Kocani, l’espettorato statale, i servizi di polizia e dei vigili del fuoco. Il locale in questione, secondo i media macedoni, disponeva di una sola piccola uscita/entrata, una finestra sbarrata ed era situato tra le case, in uno stretto vicolo e senza parcheggio.

Ipotesi di azioni di corruzioni e tangenti ricollegate all’incendio mortale

Macedonia del Nord, incendio mortale in discoteca
Macedonia del Nord, incendio mortale in discoteca

Dalle prime notizie, le autorità starebbero indagando per fa luce in merito all’ipotesi che “corruzione” e “tangenti” potrebbero essere collegate all’incendio mortale. Al momento, sarebbero almeno 20 le persone sospettate di reato e che verranno attualmente interrogate, alcune delle quali in ospedale dove sono state condotte per le ferite riportate. Secondo le informazioni apprese, tra gli indagati figurerebbero anche un ex Segretario di Stato al ministero dell’Economia, un ex Capo settore allo stesso dicastero, un ex direttore della Direzione intervento e soccorso e altri tre dipendenti della stessa Direzione.

Quello di oggi è un giorno molto difficile e triste per la Macedonia“, ha dichiarato il premier, Hristijan Mickoski, esortando tutte le istituzioni competenti, tra cui servizi sanitari, polizia e autorità locali ad adottare misure urgenti per sostenere le famiglie colpite e assistere i feriti.

La perdita di così tante giovani vite è irreparabile, e il dolore delle famiglie, dei cari e degli amici è incommensurabile“, ha poi aggiunto il primo ministro, sottolineando la gravità di quanto accaduto. La presidente macedone, Gordana Diljanovska-Davkova, ha deciso di fare visita ai feriti in ospedale a Skopjie. Profondo cordoglio e vicinanza alla dirigenza macedone e alle famiglie delle vittime è stato espresso dai leader dei Paesi vicini, tra cui il presidente serbo Aleksandar Vucic, il premier albanese Edi Rama, il capo del governo bulgaro, Rossen Zhelyazkov.

Meloni: “Italia è vicina alla Macedonia in questo difficile momento”

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha desiderato esprimere vicinanza a nome del Governo italiano e “le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, ai feriti e alla Macedonia del Nord tutta“, che è una “Nazione amica a cui l’Italia è particolarmente vicina in questo momento così difficile“.

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