Joseph Aoun è il nuovo presidente della Repubblica del Libano, come espresso dalla seduta parlamentare che si è riunita questa mattina a Beirut per eleggere un capo di Stato, dopo due anni di vuoto di potere. Sessant’anni, Aoun è un generale e dal 2017 comandante dell’esercito libanese, di estradizione cristiano maronita.
“Congratulazioni al generale Joseph Aoun eletto capo dello Stato libanese“, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando come il nuovo capo dello Stato libanese sia un “amico dell’Italia” e come possa essere “un’autorevole guida per un Paese importante e cruciale come il libano“. Inoltre, secondo il vicepremier forzista, Aoun potrà rivelarsi una “figura chiave” per il raggiungimento della tanto agognata pace in Medio Oriente.
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Già negli scorsi mesi, a seguito degli attacchi di Israele verso il Libano, Tajani aveva dichiarato di credere che l’elezione di un nuovo presidente della repubblica nel Paese arabo avrebbe potuto rivelarsi una scelta necessaria per il raggiungimento della pace.
Libano, difficoltà nel corso delle elezioni
Il processo dell’elezione del Presidente della Repubblica si è concluso nonostante le diverse problematiche che si sono presentate in fase di voto. Aoun è stato infatti eletto solamente nel corso della seconda seduta, quando gli sono bastati i 65 voti ottenuti per essere dichiarato vincitore. Nel corso della prima tornata, invece, la legge del Libano prevede che il candidato ottenga la maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti, che in questo caso equivarrebbe ad 86 voti su 128 totali.
Il Parlamento si è riunito questa mattina alle 11, quando i media di Beritu davano già per favorito Joseph Aoun, in quanto fortemente sostenuto sia Paesi occidentali che da quelli anti-iraniani e visto anche il ritiro di Suleiman Frangie, uno dei principali candidati e rivali del cristiano maronita. Nonostante ciò, al primo turno Aoun ha ottenuto solamente 71 voti a suo favore, non abbastanza per ottenere quindi la maggioranza qualificata. Tra i contrari sono state conteggiate 37 schede bianche e 14 nulle recanti la scritta “Sovranità e costituzione“, oltre ai due voti per il candidato Chebli Mallat e 4 voti annullati.
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