Libano, Netanyahu accetta la tregua ma avverte: “Se Hezbollah viola l’accordo attaccheremo”

La tregua entrerà in vigore oggi alle 9 del mattino, le 10 in Italia, e potrà essere in ogni momento interrotta da Israele, nel caso in cui ritenesse che Hezbollah non stia rispettando gli accordi, in particolare quelli riguardanti il riarmo e la ricostruzione dei vertici dell'organizzazione

Redazione
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Ho parlato con il premier di Israele e con quello del Libano e posso annunciare la tregua“, con queste parole il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato la fine del conflitto tra i due Paesi mediorientali. Poche parole, pregne di significato, che sono però state seguite da una precisazione fondamentale per gli Stati Uniti: “Sia chiaro, Israele e il popolo libanese non hanno dato inizio a questa guerra, ma è stato Hezbollah ad imporla“. Il presidente Usa ha avuto la possibilità di annunciare la tregua per concessione per primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Usa, Joe Biden
Il Presidente degli USA, Joe Biden

Quest’ultimo, infatti, nel corso della conferenza stampa tenuta nel tardo pomeriggio di oggi, ha evitato di dare formalmente la notizia, di fatto però anticipandola con le sue parole. Il leader dello Stato ebraico ha infatti tentato di spiegare alla popolazione le motivazioni principali che avrebbero spinto Israele ad accettare l’accordo. Di fatto, i motivi sarebbero tre. Innanzitutto, con un cessate il fuoco in Libano, Tel Aviv potrà concentrarsi del tutto sulla minaccia iraniana, ancora oggi non trascurabile. Inoltre, questo accordo permetterà al Paese di “rinnovare le forze e i rifornimenti di armi” e infine garantirà l’isolamento di Hamas, in quanto l’organizzazione terroristica trarrebbe vantaggio dalle operazioni militari di Hezbollah.

La tregua entrerà in vigore oggi alle 9 del mattino, le 10 in Italia, e potrà essere in ogni momento interrotta da Israele, nel caso in cui ritenesse che Hezbollah non stia rispettando gli accordi, in particolare quelli riguardanti il riarmo e la ricostruzione dei vertici dell’organizzazione. La decisione sarebbe giunta a seguito di una delle giornate di guerra più dure dell’ultimo periodo. Dal Libano sarebbero infatti partiti numerosi droni e razzi verso il Nord di Israele, mentre lo Stato ebraico avrebbe effettuato devastanti raid su Beirut e nella Valle della Bekaa.

Netanyahu: “Risponderemo con fermezza a ogni violazione

Il premier israeliano ha voluto rassicurare la popolazione israeliana, sostenendo che la tregua con il Libano avrà una durata tale in base al comportamento di Hezbollah. “Se Hezbollah viola i punti del nostro accordo e cerca di armarsi, allora noi lo attaccheremo. Nel caso in cui provasse a rinnovare le infrastrutture terroristiche vicino al nostro confine, allora riprenderemo i raid. Se dovesse decidere di lanciare un razzo, se dovesse impegnarsi a scavare un tunnel, se partisse un camion carico di missili, allora annulleremo la tregua“, ha infatti dichiarato perentorio il leader di Tel Aviv.

In questo senso, quindi, sembrerebbe che la tregua che avrà inizio da domani sia poggiata su un terreno molto fragile. Israele sembrerebbe non fidarsi dell’organizzazione terroristica libanese e sarebbe pronta ad annullare ogni tipo di cessate il fuoco, nel caso in cui Hezbollah possa divenire nuovamente una minaccia. In ogni caso, Netanyahu ha sfruttato la conferenza stampa per chiarire che anche questa tregua può essere considerata una vittoria per il Paese.

Nel momento in cui Hezbollah sarà ormai fuori dai giochi, Hamas sarà abbandonato alla sua solitudine, la nostra pressione diventerà più forte e questo ci permetterà di raggiungere la sacra  missione di liberare gli ostaggi“, ha infatti sostenuto il leader dello Stato ebraico, chiarendo che Israele sarebbe riuscita a decapitare i vertici di Hezbollah e a “farla tornare indietro di migliaia di anni“, grazie alla distruzione del suo arsenale di armi e delle sue infrastrutture sotterranee. “Solo qualche anno fa tutto questo sarebbe apparso impossibile e invece ci siamo riusciti“, avrebbe quindi concluso il premier.

Gli ultimi attacchi in Libano prima del cessate il fuoco

L’annuncio della tregua sembrerebbe aver portato le due parti in gioco ad assumere atteggiamenti ancora più aggressivi nel corso dell’ultimo giorno di combattimenti. Tre attacchi di Israele avrebbero colpito, secondo quanto dichiarato dall’agenzia di stampa nazionale libanese, il quartiere di Nweiri, provocando la distruzione di un edificio a quattro piani, in cui erano presenti alcuni sfollati. Di questi, sarebbero rimasti feriti in 37.

Un altro raid avrebbe invece colpito il quartiere dello shopping di Hamra, ma poco prima l’Idf avrebbe consegnato dei volantini che invitavano la popolazione ad evacuare la zona. Secondo l’esercito israeliano in queste zone sarebbero stati presenti “membri del sistema finanziario di Hezbollah“.

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