La tv libanese al-Jadid ha riferito che questa sera, poco dopo le 22 ora locale in Libano, verrà annunciato il cessate il fuoco con Israele, congiuntamente da Stati Uniti e Francia. Secondo l’emittente anche il primo ministro libanese Najib Mikati annuncerà l’accordo, esprimendo le sue osservazioni e approvando pubblicamente l’intesa.
Sul fronte israeliano, la riunione del gabinetto di sicurezza politica per approvare l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah è stato convocata alle 17,30 (ora locale) a Tel Aviv. La discussione, essendo una tematica impegnativa, non terminerà prima di questa sera tardi. I ministri di ultradestra infatti si oppongono alle tregua ritenendola “una resa”.
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Nel mentre i ministri degli esteri del G7, riuniti in queste ore a Fiuggi, hanno rilasciato una dichiarazione in cui si sostiene l’accordo del cessate il fuoco.
G7 sostiene cessate fuoco in Libano
I ministri degli Esteri del G7 hanno scritto nel comunicato finale del vertice di Fuggi che sostengono i negoziati in corso per arrivare a un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hezbollah. E con quello anche la piena attuazione della risoluzione 1710 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “È il momento di concludere una soluzione diplomatica e accogliamo con favore gli sforzi compiuti in tal senso” hanno dichiarato.
I ministri hanno inoltre esaltato il ruolo dell’esercito libanese e della missione Unifil, “la cui posizione dovrebbe essere rafforzata”. Hanno inoltre espresso profonda preoccupazione per i recenti attacchi contro la missione dell’Onu in Libano, facendo appello che “tutte le parti rispettino i loro obblighi per garantire la loro sicurezza”.
Nella dichiarazione è stata espressa la preoccupazione anche “per l’escalation di violenza in tutto il Medio Oriente che minaccia la stabilità regionale e distrugge la vita dei civili”. Quindi per i ministri c’è la necessità che il conflitto venga fermato immediatamente, perché “nessun paese ha da guadagnare da un’ulteriore escalation nella regione”.
Hanno ribadito la condanna agli attacchi terroristici compiuti da Hamas e altri gruppi terroristici contro Israele il 7 ottobre 2023 e hanno sottolineato che “queste atrocità, compresa la presa di ostaggi, sono intollerabili: continuiamo a chiedere il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e la restituzione dei resti detenuti da Hamas a Gaza ai loro cari”.
I vertici del G7 hanno poi fatto riferimento in modo implicito alle discussioni chieste dall’Italia in merito ai mandati di arresto della Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e l’attuale capo di Hamas, Mohammed Deif. Per i ministri Israele, “nell’esercizio del suo diritto di difendersi”, deve rispettare il diritto internazionale in tutte le circostanze, incluso quello umanitario. “Ribadiamo il nostro impegno nei confronti del diritto internazionale umanitario e rispetteremo i nostri rispettivi obblighi e sottolineiamo che non può esserci equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele”.
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