J. D. Vance, da acerrimo nemico a spalla di Trump: chi è il primo vicepresidente Millennial

Famoso per la sua autobiografia di successo, J.D. Vance si identifica negli hillbilly, il proletariato degli Appalachi e accusa il sistema di non considerarli abbastanza

Redazione
5 Min di lettura

Insieme all’elezione di Donald Trump come prossimo presidente degli Stati Uniti, c’è stata anche la vittoria di un altro uomo: J. D. Vance. È il primo vicepresidente millennial, il terzo più giovane della storia e la moglie Usha Vance è la prima donna di origini indiane a entrare nella Casa Bianca. Protagonista di una vita difficile e fuori dall’ordinario, raccontata dallo stesso nella sua autobiografia, ha scalato col tempo la vetta della carriera, arrivando nella notte tra il 5 e il 6 novembre a ricoprire una delle posizioni più importanti degli Usa e del mondo.

Donald Trump e J. D. Vance
Donald Trump e J. D. Vance

Chi è J. D. Vance?

James David Vance è nato a Middletown, in Ohio, il 2 agosto 1984. I primi anni della sua vita sono stati molto difficili, con i genitori che non si prendevano cura di lui: il padre Donald era un tossicodipendente, la madre Beverly si curava più dei suoi amanti. J.D. è cresciuto così con i nonni, anche loro persone non ordinarie. Il nonno James era alcolista e la nonna Bonnie era una tipa molto aggressiva: nella sua vita sparò a un ladro e distrusse un negozio perché il commesso si era comportato male con il figlio.

Dopo i duri anni infantili, J.D. è riuscito col tempo a prendere in mano la sua vita: diplomato al liceo, fece il servizio militare nell’ufficio stampa, per poi laurearsi a Yale in giurisprudenza. A 31 anni scrisse l’autobiografia di successo “Hillbilly Elegy”, tradotta in italiano come “Elegia americana”, con hillbilly che rappresenta la classe popolare degli Appalachi, la catena montuosa del nord America.

Il libro racconta della vita complicata di J. D., con un passaggio in cui si parla del passato oscuro dei suoi familiari. C’è chi ha cercato di uccidere o ha effettivamente ucciso qualcuno, e c’è chi ha abusato fisicamente o psicologicamente dei loro figli. “Ma io li amo tutti. In questa storia non ci sono cattivi. C’è solo una banda sgangherata di hillbilly” scrive J.D. L’autobiografia si è trasformata anche in un film.

J.D. è diventato col tempo un imprenditore high-tech, per poi diventare senatore dell’Ohio nel 2023 e arrivare alla vicepresidenza degli Usa. Nonostante la rapida scalata verso il successo, ha dichiarato che la vita passata farà però sempre parte di lui: “Chi come me ha avuto la fortuna di realizzare il sogno americano, si porta dentro per sempre i fantasmi della vecchia vita”. E durante la campagna elettorale c’è stato qualche momento in cui il suo passato è venuto a galla. Per esempio nei diversi casi in cui ha insultato Kamala Harris definendola “spazzatura” o “infelice gattara senza figli”.

Durante gli ultimi mesi si è visto tutti i riflettori puntati addosso e ha scelto di non discostarsi molto da Trump, nonostante i media lo ritenessero uno dei pochi repubblicani più moderati nei comportamenti. A pensare che in passato è stato un forte critico del tycoon, fin quando si è convertito al “trumpianesimo”. La decisione di prenderlo come vicepresidente è stata forse influenzata dal fatto che il senatore dell’Ohio non si reputa un rappresentante Wasp, ovvero un uomo bianco anglosassone protestante. Ha infatti dichiarato di non identificarsi con i privilegiati, ma con i “milioni di proletari bianchi di origine irlandese e scozzese”, proprio gli hillbilly.

Si identifica con coloro che hanno gli antenati che lavoravano come braccianti nel sud schiavista e poi come mezzadri, minatori , meccanici e operai. Sono persone che amano la famiglia e la patria, ma “non ci piacciono gli estranei e i diversi”, dai neri agli omosessuali, perché a loro il sistema dedica più attenzioni rispetto agli hillbilly.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo