La posizione cangiante di Netanyahu su tregua proposta da Usa: grande attesa per suo discorso all’Onu

Netanyahu, dopo aver coordinato la tregua sul confine tra Israele e Libano proposta da Usa e Francia e averla poi declinata pubblicamente, è ora disposto a trattarla, dicendo di condividerne gli obiettivi. Intanto il presidente turco Erdogan, in vista del discorso di oggi del leader israeliano all'Onu, ha invitato le Nazioni Unite a trattarlo come un killer e lo ha paragonato a Hitler

Redazione
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L’Assemblea Generale dell’Onu oggi vedrà la partecipazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che interverrà dopo aver declinato la proposta di una tregua con Hezbollah presentata da Usa e Francia. Come sottolineato dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, il piano era stato “coordinato” con il leader israeliano che, una volta divenuto pubblico, lo ha però rifiutato.

Intanto la guerra in Medio Oriente continua con gli incessanti attacchi tra Israele e il Libano e l’uccisione dell’Hezbollah Mohammed Surur, responsabile degli attacchi con i droni. Si registra inoltre un missile terra-terra lanciato dalla Yemen su Israele che ha provocato decine di feriti.

La posizione cangiante di Netanyahu sulla tregua

All’inizio della settimana il presidente americano Joe Biden ha avuto un incontro con il collega francese Emmanuel Macron a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, dal quale è nata una dichiarazione congiunta in cui si richiede “un accordo sul confine tra Israele e Libano che garantisca sicurezza e protezione per consentire ai civili di tornare alle loro case“. Il piano – sottoscritto anche da Regno Unito, Ue, Italia, Germania, Australia, Canada, Giappone, Arabia Saudita, Emirati e Qatar – prevede un cessate il fuoco di tre settimane per dare spazio a negoziati più ampi, anche su Gaza.

Ieri però questa proposta è stata respinta dal leader israeliano Netanyahu, che secondo Washington, prima avrebbe accettato il cessate il fuoco ma poi ha ordinato di insistere con gli attacchi contro le postazioni di Hezbollah. Il premier israeliano, arrivato a New York per intervenire all’Onu, non ha neanche risposto all’appello di Usa e Francia e ha persino affermato che “continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case”. 

Il cambiamento di decisione dell’ultimo minuto è una tattica che Netanyahu ha già adottato nel corso del conflitto. E così come ha promesso di fare a Gaza, il leader israeliano ha annunciato di voler andare fino in fondo anche in Libano, per sradicare definitivamente Hezbollah. 

Il premier israeliano Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu

Questa mattina, però, pare che il leader israeliano si sia ricreduto di nuovo. Ieri infatti, i funzionari israeliani e americani si sono incontrati per discutere la proposta e questi colloqui proseguiranno nei prossimi giorni. L’ufficio del primo ministro Netanyahu ha quindi fatto sapere in una dichiarazione che Israele condivide gli obiettivi dell’iniziativa e apprezza gli sforzi degli Stati Uniti in questo senso perché il loro ruolo è indispensabile per promuovere la stabilità e la sicurezza nella regione”. Questi cambiamenti repentini del leader israeliano hanno creato una grandissima attesa per il suo discorso in programma nella giornata di oggi all’Onu.

In tutto questo interviene anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha invitato l’Onu a trattare “quel killer come merita oppure questa situazione vergognosa sarà ricordata come una macchia nera nella storia delle Nazioni Unite”, riferendosi al leader israeliano. “È una vera vergogna che un criminale che ha commesso un massacro in Palestina possa sedere sotto il tetto dell’Onu”, ha detto Erdogan, definendo Netanyahu, “l’Hitler di oggi”.

Situazione Israele vs Libano

L’Idf ha riferito oggi che il Libano ha lanciato almeno 10 missili verso la città di Haifa, nel nord di Israele, e che sono stati abbattuti o sono caduti in zone aperte. Così come sono stati abbattuti i 4 droni libanesi vicino alla città di Rosh Hanikra, appena a sud del confine.

Israele invece ha bombardato nuovamente la notte scorsa fino all’alba il Libano orientale e meridionale, provocando un numero imprecisato di morti e feriti. Nella città di Shebaa sono rimaste uccise 9 persone della stessa famiglia, tra cui 4 bambini.  Intanto continua la fuga degli sfollati verso aree più sicure, come la capitale Beirut.

Missile dallo Yemen su Israele

Questa notte nel centro di Israele sono suonate le sirene per l’arrivo di un missile terra-terra lanciato dallo Yemen, che però è stato intercettato e abbattuto dalle Forze di difesa israeliane “fuori dai confini del Paese”. Gli allarmi sono scattati per il rischio che potessero cadere rottami del missile su centri abitati. C’è un bilancio ad ora di 18 feriti, tra cui una 17enne che è rimasta lievemente ferita dopo essere stata investita da un’auto uscita fuori strada mentre c’era l’allarme Le 17 altre persone sono rimaste leggermente ferite mentre correvano verso i rifugi o per attacchi di panico. Non ci sono state segnalazioni di impatti diretti delle schegge e nessuno è stato ferito direttamente dai detriti caduti.

Circa due settimane fa i ribelli yemeniti Houthi avevano già lanciato un missile nel centro del Paese, che è stato però intercettato “parzialmente”. Finora Israele non ha risposto. Secondo la rete saudita Al-Arabiya, questi lanci missilistici degli Houthi sarebbero stati gestiti dal comandante dell’unità aerea di Hezbollah Muhammad Hussein Surur, il quale è stato ucciso ieri dall’esercito israeliano con l’attacco mirato a Beirut. L’uomo era tornato solo tre giorni fa in Libano dallo Yemen.

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