Ieri il Parlamento israeliano, il Knesset, ha votato per vietare ogni attività nel territorio israeliano all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. La legge è passata con 92 voti favorevoli e 10 contrari. La comunità internazionale, in primis Ue e Usa, si è subito mostrata contro questa decisione. L’agenzia Onu è fondamentale per i rifugiati palestinesi, poiché fornisce loro assistenza umanitaria, sanitaria ed educativa, soprattutto nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Israele vieta l’Unrwa
Il Parlamento israeliano ha approvato ieri due provvedimenti finalizzati a vietare le attività dell’agenzia dell’Onu, perché dichiarata organizzazione terroristica. Per il Knesset i membri dell’Unrwa sono stati infiltrati di Hamas e diversi dipendenti hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre. Il primo disegno di legge stabilisce che l’Unrwa non “gestirà più alcuna istituzione, non fornirà alcun servizio né condurrà alcuna attività, direttamente o indirettamente” in Israele.
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Il secondo disegno di legge invece afferma che il trattato tra Israele e l’Agenzia scadrà entro 7 giorni dall’approvazione finale del disegno di legge nel plenum della Knesset e che nessuna agenzia o rappresentante del governo israeliano potrà contattare l’Unrwa o un suo rappresentante a partire da 3 mesi dopo l’approvazione del disegno di legge. Stabilisce inoltre che verranno portati avanti i procedimenti penali sul coinvolgimento di dipendenti in atti di terrorismo e che il Consiglio per la sicurezza nazionale di Israele dovrà riferire alla commissione ogni 6 mesi in merito all’attuazione del disegno di legge.
Rivolta della comunità internazionale
La portavoce dell’Unrwa, Juliette Touma ha dichiarato: “È scandaloso che un Paese membro delle Nazioni Unite cerchi di smantellare un’agenzia dell’Onu che è il più importante fornitore di operazioni umanitarie a Gaza”. Il commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini in un post su X ha dichiarato che la decisione di Israele va contro la Carta dell’Onu e vìola gli obblighi di Israele secondo il diritto internazionale. Ha affermato che la legge aumenterà la sofferenza dei Palestinesi, soprattutto a Gaza, e che “priverà dell’istruzione 650mila bambini e bambine, mettendo a rischio un’intera generazione”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha criticato la decisione israeliana, sottolineando che potrebbe avere delle “conseguenze devastanti” per i rifugiati palestinesi. “Invito Israele ad agire in modo coerente con i suoi obblighi ai sensi della Carta dell’Onu e del diritto internazionale. La legislazione nazionale non può alterare tali obblighi”. Infine ha dichiarato che porterà la questione “all’attenzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la terrò costantemente informata sull’evolversi della situazione. Non esiste alternativa all’Unrwa”.
Prima che Israele approvasse la legge, gli Usa avevano provato a convincerlo a non proseguire su questa strada. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, aveva dichiarato che l’Unrwa ha “un ruolo cruciale nella distribuzione di aiuti umanitari”, quindi la sua esclusione “limiterebbe notevolmente le possibilità di risposta alle crescenti necessità della popolazione palestinese”.
Anche l’Ue aveva tentato di far cambiare idea a Israele, con l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell che aveva condannato la norma, definendola in “netta contraddizione con il diritto internazionale” e con i principi umanitari dell’Onu. Per Borrell questa legge peggiorerà la già critica crisi umanitaria nella regione. Aveva quindi tentato di spronare Israele a garantire che l’Unrwa potesse “continuare il suo lavoro essenziale nelle aree colpite dalla crisi, in linea con il mandato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.
Il capo della diplomazia britannica David Lammy ha espresso il suo “profondo rammarico”, perché le accuse ai membri dell’agenzia di far parte di Hamas sono state esaminate da una commissione internazionale, guidata dall’ex ministra francese Catherine Colonna, quindi “non giustificano la rottura dei legami con l’agenzia“.
In una dichiarazione congiunta, diffusa dal ministero degli Esteri spagnolo, i governi di Spagna, Slovenia, Irlanda e Norvegia hanno condannato l’approvazione della legge israeliana: “La Unrwa ha un mandato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il lavoro dell’Agenzia è essenziale e insostituibile per milioni di rifugiati palestinesi nella regione, e in particolare nel contesto attuale di Gaza”. Hanno denunciato inoltre che “la legislazione approvata dalla Knesset costituisce un precedente molto grave per il lavoro delle Nazioni Unite e di tutte le organizzazioni del sistema multilaterale”, promettendo che continueranno a lavorare per garantire il lavoro della Unrwa e il suo ruolo umanitario.
Anche la Turchia ha condannato la legge israeliana, sottolineando che la decisione “viola chiaramente il diritto internazionale”. I ministero degli Esteri turco ha dichiarato che “colpendo Unrwa, Israele punta a distruggere la soluzione con due Stati e ad impedire il ritorno dei rifugiati palestinesi nelle loro terre”. Ankara ha quindi lanciato un appello alla comunità internazionale per “assumere una posizione forte contro i tentativi di mettere al bando l’Unrwa”, affermando che “continuerà a fornire sostegno politico e finanziario all’agenzia”.
La paura di Israele
Ma questa decisione desta preoccupazione anche nella politica interna israeliana, infatti i funzionari del ministero degli Esteri temono una possibile esclusione di Israele dalle Nazioni Unite. Per questo l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon ha affermato che l’autista dell’Unrwa ucciso in una raid israeliano era un comandante di Hamas che aveva partecipato agli attacchi del 7 ottobre 2023 nel sud di Israele. L’Unrwa ha dichiarato che il nome dell’autista faceva parte di una lista di 100 membri del personale che, secondo Israele, erano membri di Hamas.
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