Il corpo di Shiri Bibas sarebbe stato consegnato da Hamas alla Croce Rossa, che a sua volta lo ha riportato in Israele. Si tratterebbe della fase finale del dolore della famiglia Bibas, stroncata dalla violenza della guerra, che ha strappato alla vita due bambini innocenti, di soli 4 anni e 9 mesi di età. La loro mamma, una 34enne israeliana di origine argentina, sarebbe morta insieme a loro, ma il suo corpo non è stato consegnato ieri come preventivato.
La macabra “cerimonia” messa in scena da Hamas, con quattro bare nere contenenti i corpi dei tre membri della famiglia Bibas e dell’84enne Oded Lipshitz poste su un palco in mezzo a centinaia di persone, si sarebbe conclusa con una terribile scoperta. Il corpo all’interno del feretro nero con la foto di Shiri non apparterrebbe a lei, né a nessun altro ostaggio proveniente dallo Stato ebraico, come confermato dall’analisi del Dna compiuto su di esso.
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Lo ha dichiarato un portavoce dell’esercito israeliano, confermando che le operazioni di identificazioni sono state portate a termine con successo sui corpicini dei due bimbi e su quello dell’86enne Oded Lipshitz, ma non su quello della quarta bara. La mancata restituzione di uno degli ostaggi, sia vivo che morto, rappresenta una grave violazione del negoziato sul cessate il fuoco e potrebbe peggiorare gravemente la situazione attuale.
Israele è infatti in massima allerta, anche in considerazione del presunto attacco terroristico che si è verificato nella città di Bat Yam, poco distante da Tel Aviv. Cinque ordigni, di cui tre esplosi, sono stati rinvenuti a bordo di autobus del trasporto pubblico. Le bombe erano dotate di timer e avrebbero dovuto esplodere simultaneamente questa mattina, provocando una strage.
Chi c’è nella bara di Shiri Bibas?
Sempre secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’Idf, sembra che Israele ritenga che il corpo all’interno della bara di Shiri Bibas appartenga ad una donna residente a Gaza. Il motivo dello scambio non sarebbe chiaro, ma lo Stato ebraico ha continuato a chiedere con toni duri che il corpo del quarto ostaggio deceduto venisse restituito al più presto.
Gli esami che sono stati svolti sulle tre salme identificate hanno poi permesso di dichiarare che i piccoli Bibas e Lipshitz sarebbero stati uccisi brutalmente nelle prime settimane della loro prigionia. Una versione che si allineerebbe con quella di Hamas, se non fosse per la causa della morte. Tel Aviv ha infatti dichiarato che tutti e tre sono deceduti per mano delle azioni dell’organizzazione terroristica, mentre per Hamas gli ostaggi hanno perso la vita in uno dei bombardamenti israeliani che ha colpito la Striscia di Gaza.
Sul presunto corpo di Shiri, quello riconsegnato nella giornata di venerdì, sono in corso gli accertamenti del medico legale. Il timore è che anche questo possa non appartenere alla cittadina israeliana. Hamas ha giustificato quanto accaduto parlando di un “errore“, a cui sarebbe stato posto rimedio in poco tempo. Inoltre, il gruppo terroristico ha chiesto ad Israele di riconsegnare il corpo ottenuto per errore lo scorso giovedì.
Netanyahu: “Li vendicheremo”
Benjamin Netanyahu si trova quindi ora a gestire una serie di situazioni concomitanti che rischiano di mettere a dura prova il cessate il fuoco. Da un lato la risposta al presunto attacco terroristico a Bat Yam, che ha convinto il premier a dare vita ad una rappresaglia a Tulkarem, in Cisgiordana, dall’altro il mistero del corpo di Shiri Bibas.
In un messaggio alla Nazione, il primo ministro ha definito “senza limiti” la crudeltà di Hamas, ricordando come l’organizzazione abbia proceduto a rapire una intera famiglia, per poi eliminarne i membri più indifesi. “In modo indicibilmente cinico, non hanno restituito Shiri insieme ai suoi bambini piccoli e hanno messo nella bara il corpo di una donna di Gaza“, ha sostenuto, chiarendo che Israele non ha intenzione di lasciar correre.
Hamas dovrà pagare per questa ultima atrocità e in questo senso Israele agirà con determinazione al fine di punire la “violazione crudele” del cessate il fuoco. Il messaggio si è poi concluso con un preoccupante monito di Netanyahu: “Anche noi li vendicheremo“.
Una decisione che segue di poche ore il macabro evento che Hamas ha messo in atto a Khan Younis, esponendo le quattro bare su un palco, poco distanti da un manifesto recante la faccia di Netanyahu in stile vampiresco e una scritta che sposta la responsabilità della morte degli ostaggi proprio su Israele.
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